Monica Guerritore, signora del teatro, attrice e regista che ci ha regalato nel suo corso della sua carriera straordinari ritratti di donna, interpretando personaggi femminili intensi e complessi, veste i panni di una povera prostituta in un paese immaginario della Cina di inizio Novecento nello spettacolo che approda oggi sul palcoscenico del Teatro Bobbio di Trieste prodotto dalla Contrada dopo i molti "tutto esaurito" collezionati in giro per l'Italia. Il testo è quello, famoso, di uno dei capolavori di Bertolt Brecht, "L'anima buona di Sezuan", scritto dal drammaturgo tedesco sul finire degli scorsi anni Trenta, "favola e parabola - ne dice la Guerritore - sulla bontà necessaria e la difficoltà di metterla in pratica". La trama: tre dèi scesi in incognito sulla terra alla ricerca di qualche anima buona, ne trovano solo una, la prostituta Shen Te, disposta a ospitarli per la notte. In premio la giovane ne riceverà una somma per aprire una tabaccheria e cambiare vita, a patto però che continui a praticare la bontà. Promessa non facile da mantenere, visto che Shen Te dovrà difendersi da un nugolo di parassiti pronti a portarle via il poco che ha. Per farlo ogni tanto si traveste da uomo trasformandosi nel cugino cattivo, spietato con tutti. Un doppio ruolo, dunque, per la Guerritore, che dello spettacolo cura anche la regia, omaggiando la versione del 1981 di Giorgio Strehler, suo maestro, per il Piccolo di Milano.
Afferma Monica Guerritore: "In questi anni durissimi solo il teatro può renderci consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando. La scelta di mettere in scena la meravigliosa parabola di Brecht risponde alla missione del mio mestiere. Teatro civile, politico, di poesia".
"L'anima buona di Sezuan" è in cartellone al Bobbio fino al 15 gennaio.
Ornella Rossetto