Nel suo elegante palazzo in stile rinascimentale vicino alle rive a metà Ottocento erano di casa i personaggi più influenti del tempo. Oggi il barone Revoltella in persona accoglie i visitatori nella sua dimora-museo e accompagnandoli di stanza in stanza rivela luci e ombre della sua vita. È la proposta di "Un caffè con il barone", originale e fortunata formula di fruizione del Museo Revoltella di Trieste, ora riproposta in occasione delle festività natalizie con cinque rappresentazioni in programma fino a domenica 22 dicembre. Lo spettacolo, che si svolge in forma di dialogo fra il protagonista, Pasquale Revoltella - interpretato da Lorenzo Acquaviva - e un amico, ripercorre i momenti felici ma anche quelli bui di una figura chiave della Trieste asburgica, un uomo generoso e munifico verso la città di adozione, a cui lasciò quasi tutte le sue ricchezze, compreso il palazzo con gli arredi i dipinti i marmi della sua cospicua collezione, che volle destinato a "museo di belle arti" perché servisse a educare il gusto dei giovani. Nato a Venezia nel 1795 da una famiglia di umili origini, arrivato a Trieste da Bambino, Revoltella fu protagonista di una rapida ascesa, grazie alle capacità imprenditoriali e all'amicizia con il ministro di Vienna Carlo Lodovico von Bruck. Direttore delle Assicurazioni Generali, consigliere del Lloyd Austriaco, ebbe partecipazioni in numerose imprese non solo triestine. La più importante fu quella dell'apertura del Canale di Suez, che il barone considerava di importanza cruciale per il futuro di Trieste, tanto che ne fu uno dei principali finanziatori oltre che rappresentante ufficiale del governo austriaco e vicepresidente della Compagnia universale del Canale. Un'opera ingegneristica straordinaria che Pasquale Revoltella non poté vedere conclusa perché morì pochi mesi prima dell'inaugurazione, nel 1869.
Ornella Rossetto