È la regina delle operette, dopo un secolo dal debutto viennese la più popolare e la più amata. Una straordinaria macchina teatral-musicale, per gli intrecci amorosi, l'ambientazione nella Parigi della belle-èpoque, le stupende melodie, gli incantevoli valzer, can-can, brani d'assieme, il tutto avvolto in un velo di fantasia che va sempre più in crescendo verso l'inevitabile lieto fine. A Trieste, poi, il ritorno della "Vedova allegra" ha un significato particolare, perché fu proprio in città, al Teatro Filodrammatico, nel 1907, che il capolavoro di Franz Lehár ha vissuto la propria avventurosa "prima" italiana diretta dall'autore, seguendo di appena due anni la rappresentazione del Theater an der Wien. E a quella "prima" si richiama "La vedova allegra" che verrà proposta stasera al Verdi in forma di concerto recitato e "teatralizzato" dal regista, attore e cantante triestino Andrea Binetti, con il maestro Romolo Gessi a dirigere sul podio coro e orchestra del teatro lirico triestino e un cast in cui si segnala la partecipazione straordinaria del soprano Daniela Mazzucato.
Lo spettacolo, in esecuzione unica, inaugura il Festival dell'operetta, realizzato grazie alla collaborazione tra il Verdi e l'Associazione internazionale dell'operetta FVG, una sinergia sostenuta dall'amministrazione comunale per rilanciare la tradizione storica della piccola lirica a Trieste, una delle poche città in Italia che ha mantenuto vivo questo repertorio. Dopo l'avvio, il festival proseguirà fino al 9 settembre, fra il Verdi, il Politeama Rossetti, San Giusto e piazza Verdi all'interno del cartellone di Trieste Estate, con titoli quali "Il paese dei campanelli", "Orfeo all'inferno" e la "Danza delle libellule".