Scrittore, regista e autore teatrale, Giorgio Pressburger - ebreo ungherese sfuggito alla Shoah e arrivato in Italia da profugo nel 1956 - aveva trovato a Trieste la sua città ideale. Per via di atmosfere che gli ricordavano un po' la natale Budapest ("anche se non c'e' il Danubio, c'è il mare", diceva), e soprattutto per via di una cultura letteraria, quella triestina, che gli era congeniale. La città, da parte sua, ha sempre ricambiato con affetto la scelta di un intellettuale che come pochi ha saputo raccontare la Mitteleuropa. Ora è lo Stabile sloveno a rendergli omaggio, portandone in scena un testo teatrale inedito, "Nel castello", una parabola sulla caducità della vita, che ha come protagonista un artista sul viale del tramonto. Una storia in cui si dipanano tutti gli aspetti dell'animo umano: le passioni, il denaro, la paura della morte, l'amore.
ll regista è il triestino Alessandro Marinuzzi: proprio a lui Pressburger, intorno al 2008, aveva proposto di mettere in scena il copione che aveva appena finito di scrivere. Un progetto che a distanza di anni si realizza, con il testo in italiano e la versione slovena recitata dagli attori (Alojz Svete, Primož Forte, Franko Korošec, Eva Mauri) integrate nel disegno scenografico creato da Andrea Stanisci, che di Pressburger, venuto a mancare nel 2017, è stato scenografo in altri precedenti progetti artistici.
"Nel Castello" debutta oggi nella sala del Ridotto di via Petronio, con repliche fino al 3 dicembre. Per l'occasione è stata allestita nel foyer una mostra fotografica in collaborazione con l'associazione culturale intitolata allo scrittore, attiva da inizio 2023 con l'obiettivo di preservare e valorizzare la vasta eredità di opere e di idee di Giorgio Pressburger.