Un uomo, una donna, una storia d'amore, perdita e ricerca di sé. Josip e Adriana, i due protagonisti di "Trieste via Lubiana", sono stati una coppia felice, fino a quando un lutto devastante - la morte del figlio - non li ha allontanati irrimediabilmente. Lei allora è tornata a Lubiana, lui è rimasto a Trieste, ciascuno con il suo carico di dolore, in attesa che il soffio della vita possa riprendere il suo corso. È questa la vicenda narrata dallo scrittore lubianese Jurij Hudolin nel suo romanzo da poco uscito in edizione italiana per Asterios, tradotto da Silvana Hvalič.
Il perché della scelta di un'ambientazione triestina per il suo libro, è stato lo stesso autore a spiegarlo incontrando il pubblico all'Antico Caffè San Marco. Il capoluogo giuliano è città che Hudolin - anche apprezzato poeta - ha amato e frequentato fin da bambino, avendo trascorso parte dell'infanzia a Pola, e da diversi anni vive a Umago.
Anche i suoi personaggi riflettono l'identità plurale di queste terre di confine: Adriana ha origini in parte istriane, Josip è nato a Capodistria da padre sloveno e madre italiana, tanto da sentirsi insieme l'uno e l'altro, sloveno e italiano, in definitiva "triestino". Così nel racconto ragiona il protagonista, che è anche un assiduo frequentatore dello storico Caffè di via Battisti.
Tuttavia nel romanzo le due città del titolo rimangono sullo sfondo, fa notare il curatore del testo Alessandro Di Grazia. Piuttosto, l'originalità è nella struttura del racconto a due voci, che nel libro si alternano: "È un libro scritto bene, ed è originale perché ci sono due storie che viaggiano in parallelo. E lo scrittore - voce narrante, ma fino a un certo punto - incarna entrambi: dà voce sia al femminile che al maschile. Mi sembra un aspetto importante nell'economia del romanzo".
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