Trent’anni sono ormai passati da quel 17 novembre del 1989, quando prese il via in Cecoslovacchia, una rivolta non violenta, ribattezzata perciò rivoluzione di velluto, che in diverse fasi durate alcune settimane, portò la democrazia nel paese con l'abbattimento del sistema totalitario comunista.
Una rivoluzione ispirata da Vaclav Havel, poeta ed intellettuale, a capo prima dell'opposizione democratica clandestina sotto il comunismo, e poi della Cecoslovacchia democratica, fino alla divisione sempre pacifica nel 1993 tra Repubblica ceca e Slovacchia.
A trent'anni di distanza, molti passi avanti sono stati fatti in entrambe gli stati, che sono diventati parte integrante dell’Unione europea , anche se in realtà proprio in questi giorni stanno emergendo le grandi spaccature che in queste decenni si sono create all’interno di ambo i paesi. Anche in questa occasione non sono mancate manifestazioni contro il presidente della Repubblica Miloš Zeman, del quale vengono chieste le dimissioni.
A Praga d’altronde sono sempre più frequenti proteste pubbliche contro il primo ministro Andrej Babiš, accusato insieme a Zeman di frodi contro l’unione europea. La stessa cosa accade anche in Slovacchia dove i cittadini non mancano di manifestare contro il governo per la corruzione imperante. A capo di tutte queste manifestazioni sono sempre gli studenti che oggi come ieri chiedono di vivere in un paese più giusto.
Barbara Costamagna