Continua il viaggio di Papa Francesco nel Mediterraneo orientale, dedicata soprattutto a riportare l'attenzione su migranti e rifugiati, definiti dal Pontefice in questi giorni “i protagonisti di un'orribile Odissea moderna”.
Dopo due giorni sull'isola divisa di Cipro, Francesco è arrivato ieri in Grecia, nazione a grande maggioranza ortodossa, ma che ospita una piccola comunità di cattolici. Il Papa ha prima incontrato il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis per poi recarsi in visita presso l'arcivescovo Ieronymos, capo della chiesa greco-ortodossa, che ha accolto Francesco “con un sentimento di onore e fratellanza”.
Durante l'incontro, il Pontefice ha porto le scuse e ha chiesto il perdono “per i molti crimini commessi da cattolici” nei confronti dei cristiano-ortodossi da quando le due chiese si sono separate in seguito al Grande Scisma del 1054.
Oggi l'attenzione del Papa torna però soprattutto sulla questione migranti con la visita al campo di Mavrovouni, sull'isola di Lesbo, dove attualmente vivono 2200 rifugiati e richiedenti asilo, in fuga da conflitti e povertà soprattutto in Medio Oriente ed Africa.
Per Francesco, sulla questione migranti “l'Europa è dilaniata dagli egoismi nazionali” e “colpita da un ritiro della democrazia”, mentre invece dovrebbe fare un salto in avanti e introdurre “il motore della solidarietà”.
Durante la sua permanenza a Cipro, Francesco aveva detto esplicitamente di considerare suo dovere quello di farsi portavoce dei migranti e delle loro sofferenze. Dall'isola divisa, il Papa ha anche facilitato il trasferimento di 50 migranti verso l'Italia.
Francesco Martino