Una strage di visoni sta facendo tremare il governo danese. Una saga innescata dalla decisione presa dalle autorità sanitarie e politiche qualche mese fa, quando venne ordinato l’abbattimento di 17 milioni di visoni a causa del sospetto che fossero portatori di una versione mutata di Covid 19, che avrebbe potuto mettere in pericolo l’efficacia della campagna vaccinale in corso.
Una scelta il cui peso sta ricadendo sulla premier socialdemocratica Mette Frederiksen, accusata dai suoi oppositori e dai media di aver imposto questa decisione senza in realtà avere la copertura legale per farlo. L’abbattimento poteva infatti essere ordinato solo alle fattorie dove era stato rilevato il contagio o che erano entro 7-8 chilometri dalla struttura in cui era stata rilevata un'anomalia.
Si è trattato di una danno economico non da poco per uno dei settori più fiorenti del paese. Allo stato attuale i posti a rischio sarebbero circa 6 mila e quindi la rabbia degli allevatori sta avvelenando il dibattito politico.
Le polemiche stanno, quindi, proseguendo nonostante la premier si sia scusata pubblicamente e il ministro dell’agricoltura si sia dimesso; anche perchè il cosiddetto "visone-gate" è diventato ormai il cavallo di battaglia dell’opposizione che considera questo episodio un buon esempio dell’incapacità dell’attuale esecutivo, che rischia di essere danneggiato non poco alle prossime elezioni che si terrano nel 2023.
Barbara Costamagna