Reuters Foto:
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Era la sera del 6 maggio1976, quando in Friuli la terra tremò, portando distruzione e morte, ma anche la solidarietà di migliaia di persone che raggiunsero i luoghi colpiti dal terribile sisma per portare subito soccorso. Da quella devastazione nacque però anche un vero e proprio modello di ricostruzione.

Alle ore 21 di giovedì 6 maggio del 1976 un violento terremoto scosse il Friuli, con una magnitudo di 6.5 sulla scala Richter, il sisma più forte in Italia dal dopoguerra. Furono maggiormente colpite le zone a nord di Udine, tra i comuni di Gemona ed Artegna ed in pochi attimi fu sconvolta la vita di circa 80mila persone. I morti furono 990, i comuni interessati 77. I senzatetto furono 45mila e gli sfollati circa 100mila. I danni furono ampliati dalla conformità territoriale, infatti i paesi colpiti erano situati quasi tutti in cima ad alture, e a causa dell'età avanzata delle costruzioni, risalenti circa al 1900.

I soccorsi furono immediati, centinaia di giovani friulani raggiunsero le località colpite, con squadre di soccorso coordinate dai sindaci, dai Vigili del Fuoco e dagli alpini della divisione Julia. Si lavorò incessantemente, anche a mani nude, per salvare le vite delle persone rimaste sotto le macerie. Aiuti arrivarono persino dal Governo austriaco, che inviò il proprio esercito sul territorio italiano violando, all'epoca, diversi trattati internazionali. Il giorno seguente al sisma si mosse anche la macchina statale italiana, con il presidente del Consiglio Aldo Moro che nominò Giuseppe Zamberletti "Commissario straordinario del Governo" incaricato del coordinamento dei soccorsi. Gli fu concessa carta bianca, ed in collaborazione con le amministrazioni locali, i fondi statali destinati alla ricostruzione furono gestiti direttamente da Zamberletti assieme al governo regionale del Friuli-Venezia Giulia.

Circa 40.000 sfollati passarono l'inverno sulla costa adriatica, per rientrare tutti entro il 31 marzo 1980 in villaggi prefabbricati costruiti nei rispettivi paesi. Da questa esperienza nacque poi in Italia la Protezione Civile.

Dopo alcuni mesi, tra l'11 e il 15 settembre altre 4 scosse di cui le più forti di magnitudo 5.9 e 6.0 causarono ulteriori danni.

La ricostruzione totale durò 10 anni, ed ancora oggi il modo in cui venne gestito il dramma post terremoto, viene ricordato come alto esempio di efficienza e serietà.