Una silenziosa marea umana ha occupato ordinatamente lo spiazzo antistante la questura e tutte le strade adiacenti, per seguire la messa nella chiesa della Beata Vergine del Rosario, a pochi metri dalla Questura di Trieste.
Presenti fra gli altri, accanto tutti i rappresentanti delle amministrazioni locali, anche il ministro Stefano Patuanelli e il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, tanti colleghi dei due agenti, i familiari, e poi i cittadini che hanno voluto stringersi intorno alla polizia. “Un dolore che questa città conosce per averlo provato tante volte nella storia, è ricomparso, - ha detto il vescovo Giampaolo Crepaldi - acuto e lancinante. Perdiamo due giovani promettenti ai quali è stato rubato il futuro”.
Subito dopo sono state accese le candele che hanno illuminato la notte, in un silenzio irreale per quella zona, a pochi passi da piazza Unità, rotto di tanto in tanto dagli applausi. Migliaia di persone che hanno deciso di riunirsi per sostenere gli uomini e le donne della polizia, in un impulso di coscienza sociale che Trieste non vedeva da anni.
Fuori dalla questura continua anche ad aumentare il tappeto di fiori che i cittadini avevano cominciato a deporre fin dalla mattina, quando c’è stata anche la breve cerimonia da parte di tutte le forze dell’ordine che hanno raggiunto il palazzo con le macchine di servizio e acceso le sirene.
I funerali dovrebbero svolgersi martedì. Sembra ormai definita la dinamica degli eventi anche se l’omicida, Alejandro Augusto Stephan Meran, dominicano di 29 anni, attualmente piantonato all’ospedale non ha risposto alle domande dei magistrati. Per lui le accuse sono di omicidio plurimo e tentato omicidio.
Non cessa però la polemica sulle fondine in uso agli agenti, da cui Meran sarebbe riuscito a estrarre le armi: avrebbe usato tutte e due le pistole, sparando 16 colpi. Il Sindacato Autonomo di Polizia ha parlato di “problemi con le fondine”, ma il Dipartimento di pubblica sicurezza ricordando “l’assenza di testimoni e documenti video”, ha parlato di “speculazioni generate da un rappresentante del Sap nel tentativo di correlare la tragica morte di Matteo e Pierluigi all'inadeguatezza dell'equipaggiamento in dotazione".
Alessandro Martegani