Nell'importante ricorrenza, l'edizione numero 22.876 è accompagnato da un supplemento, che celebra il 75-esimo anno di vita e, pone il Primorski Dnevnik in vetta alla lista dei quotidiani sloveni più longevi.
Il Primorski Dnevnik, foglio della comunità slovena residente in Italia, festeggia i 75 anni di pubblicazione, iniziata proprio il 13 maggio 1945 nella Trieste liberata. La storia della testata è la dimostrazione concreta della volontà della comunità slovena di affermazione della propria identità e al tempo stesso vitalità nella struttura sociale del Friuli Venezia Giulia e dell'Italia e al tempo stesso è “prova” dell'apertura verso l’innovazione e il cambiamento senza perdere la sua coerenza, rivelandosi negli anni una chiave di successo duraturo.
Il Primorski Dnevnik informa con scrupolo i propri lettori e permette alla comunità slovena di identificarsi con i valori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento. L’obiettivo è conoscere e presentare il presente, preparando il futuro. Valori e qualità riconosciuti ed espressi congiuntamente dai Presidenti di Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor. I due capi di stato nelle missive inviate al Primorski Dnevnik, parimenti sottolineano il ruolo di collegamento che il giornale svolge tra i due paesi, il suo contributo alla conservazione della diversità culturale e dell'identità slovena in Friuli-Venezia Giulia. Entrambi ricordano un altro importante anniversario, vale a dire il centenario dell'incendio del Narodni dom a Trieste, simbolo identitario degli sloveni di Trieste e della regione. La cerimonia è prevista il 13 luglio prossimo, e dovrebbe coincidere con la restituzione dell'immobile alla comunità slovena, ora sede della Scuola per traduttori e Interpreti e rappresentare anche un'occasione per una misurata riflessione sulle tragedie passate. Il caporedattore del Primorski Dnevnik, Igor Devetak, ha rilevato che l'impegno e l'obiettivo primario del giornale sono far si che lo spirito, la carica e la voglia di informare con imparzialità siano gli stessi di 75 anni fa. E concluso: "Ci assumiamo la responsabilità di promuovere l'unità come presupposto per una vita migliore”.
Corrado Cimador