Lo aveva promesso durante la campagna elettorale, e sin dai primi mesi del suo mandato la sindaco di Monfalcone Anna Cisint ha lavorato per allontanare dal centro cittadino quelle che lei e parte della sua giunta considerano attività non autoctone, perchè rivolte soprattutto alla popolazione straniera. Dopo alcuni stop dovuti alla resistenza della passata Giunta regionale, all'epoca guidata da Debora Serracchiani, ieri, con la firma del protocollo d'intesa con la Regione FVG, il sogno di vedere il centro di Monfalcone ripulito da negozi "etnici" diventa finalmente realtà per la sindaco che ha fatto della difesa dell'identità locale la sua cifra di governo. La città dei cantieri sarà, quindi, divisa in quattro aree, dove i divieti verranno applicati con modalità diverse. Nell'area numero uno, la centralissima "area rossa", le limitazioni saranno massime, mentre a partire dalla zona due non si potranno più insediare un lungo elenco di attività come money change, phone center, internet point, money transfer, sale giochi e centri scommesse, locali di pubblico spettacolo e centri massaggio banditi; ma le attività di tale tipo già esistenti non saranno toccate. Per il resto della città il regime resterà invariato. La Cisint ha salutato sui social con entusiamo la firma, attaccando la Giunta regionale precendente guidata dal PD che aveva bloccato il suo progetto, ma anche l'amministrazione comunale, sempre Democratica, che aveva governato prima di lei Monfalcone, che, secondo la sindaco leghista se fosse intervenuta all'epoca oggi vedrebbe un centro cittadino diverso.
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca