Foto: osebni arhiv
Foto: osebni arhiv

Anche a Trieste in occasione del suo anniversario è stata ricordata la strage causata dall'esplosione di materiale bellico sulla spiaggia cittadina avvenuta il 18 agosto 1946 sulla spiaggia di Vergarolla a Pola. L'esplosione provocò la morte di almeno 100 persone, di cui solo 64 furono identificate. Un terzo delle vittime erano bambini e tra questi c'erano anche i due figli di Geppino Micheletti, chirurgo del nosocomio polesano, che nell'esplosione perse anche il fratello e la cognata.

A lui è già dedicata nella sua città natale, Trieste, una lapide in piazzale Rosmini, ma quest'anno per ricordare il grande senso del dovere con il quale Micheletti si dedicò a curare i feriti nelle ore successive all'esplosione, nonostante il suo lutto, l'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina ha deciso di intitolargli il giardino interno dell'Ospedale Maggiore. L'ASUGI considera, infatti, Micheletti un "simbolo del coraggio, dell'abnegazione e della dedizione con i quali tutto il personale sanitario nel mondo svolge giorno dopo giorno il proprio lavoro anche in condizioni drammatiche senza mai tirarsi indietro" e visto il suo legame con la città di San Giusto ha ritenuto opportuno valorizzarlo con questa iniziativa.

L'inaugurazione si è tenuta questo lunedì, proprio a ridosso dell'anniversario, che è stato celebrato come ogni anno anche questa domenica a Pola, dove a lato del cippo di commemorazione della strage di Vergarolla presso il Duomo vi è pure un piccolo cippo con l'immagine del dottor Geppino Micheletti.

Barbara Costamagna