Aveva perso solo un mese fa l’amata compagna, Jadranka Grgič, e ad 85 anni Samo Pahor, il difensore dei diritti della comunità slovena in Italia, si è arreso.
Pahor, storico, insegnante, ma soprattutto attivista per i diritti degli sloveni in Italia, è morto domenica sera. Ne ha dato notizia il quotidiano della comunità slovena in Italia, il Primorski Dnevnik.
Samo Pahor era nato nel 1939 a Trbovlje, città dove i suoi genitori, entrambi insegnanti di Trieste, si erano trasferiti per evitare le persecuzioni da parte del regime fascista. La famiglia tornò però a Trieste dopo la guerra, e Samo si laureò nel capoluogo giuliano e divenne professore di storia nelle scuole medie e superiori di Trieste e Gorizia, preside, ma anche un rappresentante sindacale del corpo docente sloveno.
Era però conosciuto soprattutto per la sua attività a favore dei diritti degli sloveni in Italia, che svolgeva non esitando ad assumere iniziative clamorose e intransigenti.
Negli anni '90 fu eletto nel Consiglio comunale a Trieste, nelle liste dell’Unione Slovena, scontrandosi spesso con la destra locale. Fondò anche l'associazione socio-politica Edinost, ma il suo più grande successo fu il procedimento che portò, nel 1992, alla pronuncia della Corte Costituzionale italiana sulla tutela delle minoranze e l'uso della lingua madre nella pubblica amministrazione. La Suprema Corte italiana dichiarò esplicitamente che la tutela integrale di una minoranza comporta anche la possibilità per i cittadini di relazionarsi con la pubblica amministrazione nella lingua madre.
Negli ultimi anni i problemi di salute ne avevano limitato le attività, ma aveva comunque seguito sempre le vicende della sua comunità, e alla fine del 2023 la presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, gli aveva conferito una medaglia al merito, per la lunga e continua attività per il riconoscimento dei diritti della minoranza slovena e la preservazione della lingua slovena in Italia.
Alessandro Martegani