Ieri sulle pagine di Triesteprima la deputata PD, nonché Presidente della Regione FVG uscente, ha attaccato il candidato Presidente alla Regione Massimiliano Fedriga, che ai nostri microfoni aveva parlato della necessità di rivedere il sistema dei bandi per alcuni finanziamenti regionali; e riferendosi alla minoranza italiana la Serracchiani ha affermato che "abolire il sistema dei bandi anche per la Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia significa sostenere l'erogazione di risorse a fondo perduto, senza valutazione e senza rendicontazione".
Il Presidente della Giunta Esecutiva dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul non ci sta e ha replicato così ai nostri microfoni:
"In questi ventisette anni in cui l'Unione italiana è stata costituita, non abbiamo mai ricevuto un solo centesimo che non sia stato rendicontato, e che non sia stato valutato dai competenti ordini. Penso al comitato di coordinamento che valuta i programmi che l'Unione Italiana indica sia sulla legge ordinaria del Ministero Affari Esteri Italiano (che finanzia le attività ordinarie della nostra Comunità nazionale), sia sui fondi delle legge 73/01, nonché sui mezzi della stessa Regione FVG, quando questi sono arrivati in sede di Comitato di coordinamento in cui siedono rappresentanti del Ministero, delle Ambasciate, dei Consolati, dell'Università Popolare di Trieste (nominati proprio dalla Regione Friuli Venezia Giulia), dell'Unione Italiana, e con la presenza dell'Assemblea nazionale degli esuli. E proprio in sede di Comitato viene valutato ogni progetto che noi mandiamo all'interno della documentazione. Di questi, tutti quelli gestiti dall'Unione Italiana sono poi sempre rendicontati: abbiamo il revisore dei conti del Ministero Affari Esteri e Cooperazione italiano che controlla a campione tutti i conti e i rendiconti, i bilanci e i pagamenti; abbiamo i revisori dei conti previsti dalla legge croata che controllano i nostri bilanci; abbiamo varie ispezioni del Ministero delle finanze, dell'ufficio imposte ecc. Tutti ci controllano e mai nessuno ha rilevato irregolarità né penali né amministrative di alcun genere".
"Quindi affermare che noi vogliamo mezzi a fondo perduto", ha specificato Tremul, "è dire qualcosa che non corrisponde alla realtà ed evidentemente le informazioni di cui dispone la Serracchiani non sono quelle giuste, almeno per quanto riguarda gli Italiani che vivono in Croazia e Slovenia. Posso affermarlo senza alcuna paura di essere contraddetto perché è così e dovrebbero saperlo anche a Trieste".
La richiesta di rivedere le modalità di finanziamento della legge regionale è stata in questi mesi motivata dai rappresentanti della Comunità nazionale italiana come desiderio di continuare a vedere rispettata la propria autonomia.
"Quello dell'autonomia penso sia un principio inalienabile", ha detto Maurizio Tremul, aggiungendo che "soprattutto forze politiche che si richiamano ai valori della sinistra autentica dovrebbero sostenere il principio dell'autonomia dei soggetti beneficiari".
"Lo stato suggerisce le regole, le spese che possono essere rendicontate ed imputabili ai singoli progetti dopo di che, se valutati positivamente, sono i soggetti che li candidano e che decidono cosa fare". Per spiegare meglio il suo concetto il Presidente della Giunta esecutiva dell'Unione italiana ha utilizzato l'esempio dei progetti europei, "per i quali ci sono dei bandi ai quali i soggetti proponenti presentano le proprie proposte che devono rispondere a regole prestabilite e dopo di che si ha una valutazione di merito, mentre sulle attività svolte non c'è alcuna scelta diciamo statale o istituzionale".
"D'altronde", ha ricordato Tremul, "avviene così anche in Slovenia e Croazia dove siamo finanziati senza ingerire sul tipo di attività da fare, ma chiedendo solo di rispondere ad alcuni principi di trasparenza e di indicazioni di spesa. Non è, però, che altri decidono per la CNI come devono essere spese queste risorse". "Se questo discorso noi lo facciamo nei confronti di Croazia e Slovenia", ha concluso Tremul, "mi sembra quindi legittimo che lo possiamo fare anche nei confronti della Nazione Madre, verso cui comunque esprimiamo gratitudine per i finanziamenti che ci eroga e per il sostegno che ci dà; ma, d'altronde, non dovremmo essere solo noi ad esprimere questa gratitudine perché in fine dei conti siamo noi quelli che manteniamo viva la lingua, la cultura e l'identità italiana su questo territorio".
Barbara Costamagna