Trieste prova ritrovare almeno in parte la normalità. Favoriti dalla giornata praticamente estiva, i triestini hanno immediatamente utilizzato le nuove possibilità offerte dal decreto del governo e dalla nuova ordinanza della giunta regionale, e si sono riversati sulle strade.
L’aumento delle presenze lungo le strade del centro è sensibile: famiglie con bambini, runner e ciclisti più o meno improvvisati, ma anche gruppi di amici che hanno deciso di fare due passi per chiaccherare dopo quasi due mesi d’isolamento forzato, e non manca chi ha deciso di sfruttare proprio tutte le possibilità, e si è dedicato alla pesca con la canna lungo le rive.
L’obbligo d’indossare le mascherine, nonostante il caldo, è rispettato nella stragrande maggioranza dei casi, nonostante la quasi assenza di uomini in divisa o controlli lungo le vie del centro della città. Discorso diverso invece la distanza: sarà per l’aumento del numero delle persone in città, sarà per la voglia di conversare, ma ogni tanto si cammina gomito a gomito, anche in più di due e al di fuori dei nuclei familiari.
Anche il traffico dei veicoli è aumentato, e si ricominciano a vedere scene a cui in città non si era più abituati, come le code ai semafori, e anche qualche colpo di clacson se qualche automobilista si ferma in mezzo alla strada, abitudine evidentemente maturata nel corso degli ultimi due mesi, quando non c’erano problemi di traffico. I parcheggi del centro solitamente pieni, sono però ancora quasi deserti e tutti sembrano preferire spostarsi direttamente a piedi piuttosto che usare la macchina.
Certo, prima di parlare di ritorno alla normalità ce ne corre: davanti ai negozi aperti, ancora pochi a dire la verità, ci sono spesso lunghe code, ma non solo di fronte a quelli di alimentari o servizi essenziali come la telefonia o le poste. In centro non è infrequente vedere colonne di persone distanziate in paziente attesa per comprarsi un gelato da passeggio, o un dolce per la sera.

Alessandro Martegani


Foto: MMC RTV SLO/Martegani
Foto: MMC RTV SLO/Martegani
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