Contagi che continuano ad aumentare, pur con una curva che si appiattisce lentamente, record di ricoveri in terapia intensiva, ma anche un calo deciso degli isolamenti, e una campagna vaccinale che, fra cambi di piani nazionali, tagli alle dosi e organizzazione delle strutture, stenta a prendere definitivamente il volo.
È la situazione del Friuli Venezia Giulia, la regione che la Fondazione Gimbe, diventata in questo anno una sorta di agenzia ufficiale dei dati sulla pandemia in Italia, pone attualmente nella posizione meno ambita fra tutte le regioni italiane, con un record sia per l’aumento di contagi sia per incidenza in relazione alla popolazione.
Più che i numeri dei contagi però a far preoccupare è la pressione sugli ospedali, con un record di pazienti in terapia intensiva, 81, pari al 46 per cento dei posti disponibili, e 596 ricoveri in altri reparti, pari al 47 per cento.
Numeri che difficilmente faranno uscire la regione dalla zona rossa a breve, con buona probabilità di rimanere in questa fascia anche dopo Pasqua.
In questo quadro ci si sta impegnando, accanto al contenimento dell'epidemia e al potenziamento delle strutture sanitarie, nella campagna vaccinale, che però, come, ribadiscono quasi ossessivamente i componenti del governo regionale, dipende, oltre che dall’organizzazione, soprattutto dalla fornitura dei vaccini.
Secondo i dati del governo il Friuli Venezia Giulia è la quarta regione d’Italia per dosi somministrate rispetto alla popolazione, quinta per persone vaccinate rispetto agli abitanti, ma scende al 14 esimo posto se si guarda alle dosi inoculate rispetto a quelle ricevute, pur con differenze minime rispetto alle altre regioni: si va dal 69 per cento della Sardegna al 90 della Valle d’Aosta; il Friuli Venezia Giulia è all’81,7 per cento.
Il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi ha annunciato un’accelerazione dei vaccinazioni degli ultraottantenni che devono essere raggiunti a domicilio, e il prossimo avvio delle vaccinazioni per le persone vulnerabili, circa 44mila cittadini. Nei prossimi giorni dovrebbero iniziare anche quelle della popolazione fra i 75 e i 79 anni priva di patologie sconsigliate per Astrazeneca.
Proprio riguardo il blocco di alcuni giorni delle inoculazioni con il vaccino AstraZeneca, e le disdette giunte per i timori di effetti collaterali, quasi il 30 per cento, Riccardi si è detto “fiducioso di un veloce recupero”. “La domanda del vaccino anglo-svedese – ha detto - continua a esserci ed è anche a livelli importanti”.
Sulla campagna vaccinale però non mancano le critiche alla Giunta da parte dell'opposizione. "Tra i nostri concittadini - ha scritto il consigliere regionale del Pd Roberto Cosolini - cresce la preoccupazione per l'assenza d'indicazioni chiare del piano
vaccinale e per la sensazione che la corsia dei cosiddetti servizi essenziali sia andata, nelle vaccinazioni, al di là dello strettamente necessario".
"Chiediamo alla Regione - ha aggiunto - di assumere da subito, insieme alla conclusione dei tanti over 80 che ancora attendono, due uniche e chiare priorità: quella delle persone vulnerabili e di chi li assiste e quella delle persone sane a partire dai 79 anni a scendere,
destinando da subito, in questo senso, le dosi disponibili di AstraZeneca come avviene già in altre regioni".
Alessandro Martegani