Spaccatura tra il gruppo “La gente come noi” e l’omonimo comitato. Il movimento creato dal portuale Stefano Puzzer, come scrive “Il Piccolo” si è ribellato al fondatore dopo averlo accusato di aver deciso unilateralmente di assegnare la maggioranza dei fondi finora raccolti ad una decina di portuali triestini. Si tratterebbe, per lo più, di quelli rimastigli fedeli dopo l’ormai noto presidio al varco 4 ed ancora sospesi dal lavoro. Inoltre, si accusa anche il recente immobilismo del gruppo, meno impegnato, negli ultimi tempi, nella lotta contro il green pass.
I coordinatori del gruppo “La gente come noi” spiegano che dopo aver visionato le percentuali di ripartizione dei fondi raccolti si sono dichiarati non concordi, visto che favorivano troppo i portuali sospesi e si sono quindi dissociati.
Puzzer ed il suo gruppo spiegano, riportando le cifre ed i tracciamenti dei versamenti, che le accuse sono portate avanti da persone in malafede, con lo stesso leader del gruppo contro la certificazione verde che precisa di essere senza stipendio da ottobre e di vivere con i propri risparmi.
Esistono anche le ricevute dei bonifici diretti in tutta Italia, precisa Puzzer, ed un file con una contabilità dettagliata fatta di donazioni e versamenti a copertura di bollette e spese mediche. "Su 15 mila euro raccolti finora, solo 3 mila sono rimasti a Trieste", afferma Puzzer, sottolineando che "abbiamo comprato 8 mila euro di soli buoni Lidl spediti in tutta Italia. Chiunque abbia qualche dubbio può venire a controllare".
Si tratta quindi dell’ennesima rottura all’interno di un movimento apparso piuttosto turbolento fin dall’inizio, con la separazione quasi immediata tra il Comitato 15 ottobre ed il Coordinamento No green pass e la successiva creazione dei gruppi regionali di “La gente come noi”.
Davide Fifaco