Un'amicizia di lunga data, fatta di collaborazioni, soprattutto a livello locale, quella tra le associazioni partigiane di Italia e Slovenia. Un incontro che ha visto le due realtà trovarsi d'accordo su molte iniziative da portare avanti, come il ricordo delle vittime del campo di concentramento fascista di Arbe, con una cerimonia a cui partecipino i presidenti della Repubblica di Italia, Slovenia e Croazia, la ricostruzione storica dell'occupazione italiana di Lubiana ed un lavoro comune per evitare la contraffazione delle verità storiche dei fatti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale. La prima richiesta è però quella di far annullare la sentenza di condanna da parte del tribunale speciale agli Eroi di Basovizza. Dopo le polemiche nate lo scorso 13 luglio per lo storico gesto di Mattarella e Pahor, in visita a Basovizza al Monumento che ricorda i 4 fucilati, ci saranno nuovi contrasti per questa rivendicazione? Sentiamo cosa ne pensa il vicepresidente nazionale dell'ANPI, Gianfranco Pagliarulo: “Non saprei, ma anche se vi fossero, tali polemiche ci lascerebbero del tutto indifferenti. Noi prendiamo atto di un dato di fatto: che il presidente della Repubblica italiana ha pubblicamente reso omaggio ad una stele che ricorda quei martiri. Se questo omaggio è reso dal presidente della Repubblica italiana, che è anche il capo della magistratura oltre che delle Forze Armate, si suppone che ci sia già una presa di posizione relativa a quella sentenza del tribunale speciale. Di conseguenza non mi preoccupo minimamente delle polemiche, mi preoccupo di un'altra cosa: di restituire verità e giustizia alla storia del nostro grande Paese ed alla storia dei paesi di confine".
Un'associazione come l'ANPI è preoccupata del dilagare delle ideologie di estrema destra a cui stiamo assistendo in tutta Europa?
“Certo che è preoccupata perché quello a cui stiamo assistendo è una inquietante metamorfosi, perché la destra prevalente nel dopoguerra in Europa, non l'unica destra ma appunto la prevalente, aveva una natura liberale e conservatrice. Oggi la destra prevalente, o comunque in crescita, ha una natura opposta: ha una natura illiberale, sempre più nazionalista. Lo chiamano sovranismo: è spesso xenofoba, alle volte razzista. Questa mutazione non può non preoccuparci. Va notato che non è solo una questione Europea, ma per alcuni aspetti una questione mondiale. Che cos'è il presidente Trump, se non l'espressione, nel più importante paese del mondo gli Stati Uniti d'America, di questa mutazione? Ed ancora, andiamo a sud delle Americhe. Che cos'è questo presidente del Brasile, Bolsonaro, se non anche egli una rappresentazione di questa metamorfosi delle destre? Ecco, questo ci preoccupa, perché ogni volta che nel Novecento si è attraversato un periodo di crisi, o a causa della guerra o a causa della crisi economica, o oggi, a causa di un morbo, della pandemia, questo ha scatenato questo tipo di destre, cioè destre nazionaliste, xenofobe ed aggressive. Non possiamo non preoccuparci e dobbiamo conseguentemente impegnarci per impedire la loro crescita".
Davide Fifaco