Foto: Alessandro Martegani
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“Far diventare il sito di Arsia un monumento che ricordi tutti i caduti sul lavoro”. È il progetto ribadito dal presidente onorario del Circolo Istria, Livio Dorigo, nel corso della commemorazione del disastro di Arsia, la miniera di carbone nella quale il 28 febbraio 1940 morirono 185 minatori.
Anche quest’anno la situazione della pandemia ha consentito solo una breve cerimonia, organizzata, di fronte al Monumento ai Caduti sul Lavoro di Trieste, dal Circolo di cultura istroveneta “Istria” presente, fra gli altri, con il presidente Ezio Giuricin, in collaborazione con le Organizzazioni sindacali, il Consiglio sindacale interregionale, e il Consolato Provinciale di Trieste della Federazione dei Maestri del Lavoro.
Come è stato ricordato nel corso degli interventi, quella di Arsia fu una tragedia annunciata (altri incidenti sia pur meno gravi, si erano verificati anche negli anni passati nella miniera nei pressi di Albona), ma soprattutto messa troppo a lungo sotto silenzio.
Fu un vero e proprio inferno: a più di 200 metri di profondità uno scoppio incendiò la polvere di carbone presente nell'aria, che riempì le gallerie di fiamme, fumo e ossido di carbonio, uccidendo 185 lavoratori, e intossicandone 150. “Si trattò - ha detto Ezio Giuricin - del più grave disastro minerario della storia d'Italia”.
Un disastro causato soprattutto dalle scarse misure di sicurezza e da uno sfruttamento sconsiderato, dettato dalle esigenze belliche dell’Italia. Una tragedia annunciata, che però è stata a lungo dimenticata e della quale non sono mai stati individuati i responsabili.

Foto: Alessandro Martegani
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Arsia però, hanno confermato anche i rappresentanti dei sindacati presenti alla cerimonia, è anche un simbolo di un problema più ampio e presente tutt’oggi, soprattutto in Italia, paese che assiste a una media di poco meno di due vittime sui posti di lavoro ogni giorno.
Proprio per questo il progetto del circolo Istria è trasformare il sito di Arsia in un luogo che ricordi tutti i morti sul lavoro. Lo scorso anno, nonostante la pandemia, nella piazza centrale della località era stata scoperta una campana celebrativa, partita dal Vaticano e benedetta dallo stesso Papa Francesco, proprio a ricordo dei 185 minatori, e il progetto è ottenere il riconoscimento di Arsia come monumento dedicato a tutte le vittime del lavoro.
Presente alla cerimonia anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Salvatore Porro, che ha annunciato l’intenzione di ripresentare una mozione, già depositata due anni fa, che chiede l’intitolazione di una via, piazza, giardino o locale istituzionale ad Arrigo Grassi, minatore triestino, medaglia d'oro al Valor Civile, morto nella strage di Arsia dopo aver tratto in salvo 10 compagni.

Alessandro Martegani