Una iniziativa inusuale, per un’presidente eletto e non ancora entrato in carica, la visita alla minoranza slovena in Italia. Una promessa fatta prime delle elezioni e subito mantenuta. Nataša Pirc Musar ha definito “bellissima” la collaborazione tra due organizzazioni apicali slovene in Italia ed anche quella instaurata con la minoranza italiana “dall’altra parte del confine”. Gli esponenti della comunità slovena si sono prodigati nel sottolineare la gratitudine per quanto fatto in questi ultimi dieci anni per loro dal presidente Borut Pahor, rimarcando anche l’apprezzamento per l’impegno di quest’ultimo per la riconciliazione. Nataša Pirc Musar, che aveva puntato il dito su Pahor soprattutto a causa dei suoi silenzi al tempo del governo di centrodestra guidato da Janez Janša, ha detto di voler seguire la sua strada nei rapporti con la minoranza. Non ha lesinato apprezzamenti all'indirizzo del presidente italiano Sergio Mattarella, mentre in materia di riconciliazione ha detto che la Resistenza è stata un gesto patriottico, ma ha anche aggiunto che gli eccidi del dopoguerra sono stati un crimine. Intenzionata a guardare al futuro più che al passato, Nataša Pirc Musar ha comunque rimarcato che la riconciliazione è possibile se ognuno saprà ammettere i propri errori ed ha detto che il tempo in cui si potrà guardare a quanto accaduto senza inimicizie e rancori è vicino. A chi gli ha chiesto della vittoria del centrodestra in Italia e di Giorgia Meloni, Nataša Pirc Musar ha risposto che sono gli elettori a decidere chi governa. La premier non sarà un interlocutore facile, ha rimarcato, ma si è detta convinta che Italia e Slovenia continueranno nella loro esemplare collaborazione.
Stefano Lusa