Si complica la scalata della Sparkasse, gruppo bancario altoatesino, a CiviBank, l’ultima banca indipendente del Friuli Venezia Giulia, legata anche alla comunità slovena della regione.
Lo scorso dicembre la Cassa di Risparmio di Bolzano, o Südtiroler Sparkasse, già oggi prima azionista di CiviBank con il 17 per cento delle quote, aveva annunciato di voler acquisire il controllo della banca lanciando un'OPA, offerta pubblica d’acquisto, per rastrellare azioni e arrivare a più del 45 per cento della società.
L'offerta è di 6,5 euro ad azione, e con le sole preadesioni avrebbe già raggiunto un terzo del capitale totale. L’avvio dell’operazione, già approvata dalla Banca Centrale Europea, e poi dalla Banca d’Italia, dall’Antistrust e dalla Consob, è previsto per l’8 aprile, e la conclusione il 6 maggio, ma, dopo un primo atteggiamento attendista, il consiglio di amministrazione di CiviBank ha deciso di non approvare la scalata e di dichiarare l’operazione “ostile”.
La stessa presidente di CiviBank, Michela Del Piero, ha definito la mossa di Sparkasse "ostile", perché impedirebbe di costruire una “banca del Nord-Est capace di rispettare le identità dei territori”. L’operazione fra l’altro giunge in una fase molto promettente, dopo un percorso di risanamento durato sei anni. Secondo Del Piero, inoltre, la banca di Bolzano avrebbe violato degli accordi che puntavano a una serie di “partnership comuni” prima di valutare l'integrazione tra le due banche. L’operazione, ha detto la presidente, “non prevede la nascita di una banca del Nord Est per tutti, ma di una banca del Nord-Est per Sparkasse”. Il timore, presente anche all’interno della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia che esprime una parte del Cda, è che la scalata sia l’inizio di una perdita dell’indipendenza e della territorialità della banca, proprio ora che l’istituto era stato risanato.
Alcuni azionisti però hanno già aderito all’operazione, mentre l’amministratore delegato di Sparkasse, Nicola Calabrò, ha definito “inusuale” la posizione del Cda di CiviBank, ricordando che “la migliore risposta è l’autorizzazione di Consob: se ci fossero stati rilievi - ha aggiunto -, noi oggi non avremmo in mano l’autorizzazione a partire con l’Opa”. Intervistato dal quotidiano Primorski Dnevnik, Calabrò ha anche assicurato che sarà rispettata la presenza della comunità slovena all’interno del Cda: “La cultura delle minoranze linguistiche è un valore che già assaporiamo in prima persona a Sparkasse – ha detto - e crediamo che debba anche essere rafforzato. La presenza di un rappresentante della comunità slovena nell’attuale consiglio di amministrazione è importante oggi, e lo sarò domani nel nuovo consiglio di amministrazione”.
Alessandro Martegani