Cittadina croata, ma appartenete alla comunità italiana e diplomata alla scuola italiana di Fiume, residente in Italia da 14 anni, ma le è stata rigettata la domanda per la cittadinanza italiana.
La donna, residente da 14 anni in Italia, studentessa di giurisprudenza a Trieste e traduttrice dal croato all’italiano presso il Tribunale di Trieste e il Ministero dell’Interno, si è vista rigettare la domanda di diventare cittadina italiana perché, ha fatto sapere il ministero, non conoscerebbe la lingua.
Secondo le nuove norme del decreto sicurezza, per ottenere la cittadinanza occorre un livello di conoscenza della lingua B1, e, dice il provvedimento, nella domanda “manca l’autocertificazione o l’attestazione del requisito di una adeguata conoscenza della lingua italiana”.
La studentessa in realtà ha però conseguito un diploma al liceo classico italiano di Fiume, titolo che, come confermato dall’avvocato Gianfranco Carbone che assiste la giovane, sarebbe equipollente a quello italiano. Il problema sorgerebbe da un’applicazione troppo restrittiva del decreto sicurezza a cui il legale farà opposizione.
Una posizione condivisa anche da Marin Corva Presidente della Giunta Esecutiva dell'Unione Italiana: “Credo si tratti di un errore o di un’incomprensione. Si dice che la studentessa non conoscerebbe la lingua italiana, ma ovviamente sappiamo molto bene che tutti gli studenti che terminano gli studi nel territorio della CNI, nelle scuole italiane, ovviamente conoscono la lingua italiana alla perfezione”. “Sorprende anche il fatto che si tratti di una persona che vive in Italia da tanti anni, e faccio difficoltà a credere che non conosca la lingua. Sono convinto che l'avvocato della signora troverà il modo per spiegare la questione a chi di competenza, e sono certo che la questione verrà risolta ben presto visto che la signora ha deciso di coinvolgere un avvocato esperto in questa materia.”
Il caso è però diventato politico: Debora Serracchiani, deputata del Pd ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Matteo Salvini denunciando “un’interpretazione abnorme e sproporzionata, nonché irragionevole, della applicazione della nuova normativa in materia di acquisizione e revoca della cittadinanza italiana”.
Alessandro Martegani