Il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare al gonfalone della Città di Zara e la modifica della normativa per consentire la revoca del titolo di Cavaliere di Gran Croce, una delle massime onorificenze della Repubblica Italiana, a Tito: sono le due questioni su cui richiama l’attenzione Renzo Codarin, Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, esprimendo “soddisfazione” per l’attenzione che la Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera ha dedicato giovedì scorso all’audizione del Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, Giuseppe de Vergottini.
Nel corso dell’audizione, de Vergottini aveva, fra le altre cose, proposto la ripresa delle “commissioni storiche per la memoria comune”, aveva sottolineato “l’importanza del bilinguismo, che, anche se riconosciuto per legge, non viene a volte applicato per regolamenti locali”, chiesto il rifinanziamento dei fondi triennali previsti dalla legge 72, ma aveva anche richiamato l’attenzione “sul riconoscimento di una medaglia sull’ultimo gonfalone italiano di Zara”, e sulla vicenda dell’onorificenza a Tito.
“Come FederEsuli - aveva detto de Vergottini - cerchiamo di lavorare tenendo conto del fatto che non possiamo limitarci alle recriminazioni, ma non vogliamo rinunciare alla memoria storica, puntando a una memoria condivisa e muovendoci con ottimismo verso il futuro”.
Punti ripresi anche da Codarin, che ha detto di attendersi che il Presidente della Commissione parlamentare, Piero Fassino, “recepisca e porti a buon fine in tempi brevi” le due questioni
Il clima di reciproco rispetto che ha caratterizzato l’incontro fra Sergio Mattarella e Borut Pahor alla Foiba di Basovizza il 13 luglio 2020, e la vittoria della candidatura congiunta Nova Gorica – Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025, ha aggiunto, “sono presupposti preziosi per intensificare la ricerca di foibe e fosse comuni in territorio sloveno finalizzata a conoscere in maniera certa la sorte anche di migliaia di nostri connazionali deportati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: si tratta di un argomento che riguarda pure la Croazia, così come i risarcimenti che Lubiana e Zagabria, in quanto Stati successori della Jugoslavia, devono ancora concordare con la diplomazia italiana e liquidare per effetto del Trattato di Osimo”.
“L'auspicio – conclude Codarin - è che l’attenzione da parte della Commissione si traduca in azioni concrete, e che a questa audizione facciano seguito anche nuovi appuntamenti del tavolo di lavoro Esuli-Governo”.
Alessandro Martegani