Per domare l’incendio ci sono voluti due giorni, ma la discussione su quanto avvenuto a Mossa, nei pressi di Gorizia, sarà molto più lunga, sia per le indagini giudiziarie, sia a livello politico.
Verifiche sono in corso, ma al momento non sembrano esserci pericoli per la salute dei cittadini a causa del rogo che si è sviluppato in un capannone industriale dismesso, e trasformato in questi anni un una discarica abusiva dove erano state ammassate oltre 4mila tonnellate di rifiuti speciali, tra cui materiale plastico, polietilene e pvc.
Sul caso è stata aperta un’inchiesta da parte della polizia per risalire alle cause dell’incendio e c’è anche il sospetto che possa esserci la mano della criminalità: l’ipotesi per ora è di incendio doloso, e proprio pochi giorni fa il tribunale di Gorizia aveva emesso una sentenza per traffico di rifiuti, con le condanne dei tre imputati principali.
La necessità di fare chiarezza, sia sui pericoli per la popolazione sia sulle cause dell’incendio, è stata ribadita anche in Consiglio regionale: Diego Moretti, del Pd, ha parlato di “un fatto inquietante, da Terra dei fuochi”. “Il rischio ambientale – ha aggiunto - non va assolutamente sottovalutato o sminuito, mentre sulle cause dell'incendio e le conseguenze penali del caso indagheranno gli organi competenti”.
Moretti ha anche chiesto l’immediata creazione di un programma per la bonifica dell’area, e anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo e Cristian Sergo, hanno chiesto “dati certi sulle quantità di diossina che si è sprigionata dai rifiuti e dalla combustione di amianto dal tetto del capannone, oltre che uno studio per sapere dove siano andati a finire gli inquinanti disciolti nell'acqua".
Per Igor Gabrovec, consigliere regionale dell’Unione Slovena, “L'incendio di Mossa deve essere un campanello d'allarme su altre situazioni potenzialmente molto pericolose, come la montagna di rifiuti tossici abusivamente stoccata nel comune di Savogna d'Isonzo, a pochi passi dal centro abitato e sull'argine del fiume Vipacco”.
A Mossa intanto continuano i lavori di spegnimento e sgombero, mentre i cittadini sono stati invitati a rimanere il più possibile a casa: sono iniziate le operazioni di rimozione dei materiali depositati all'interno dei capannoni incendiati, che però procedono a rilento a causa della quantità di materiale depositato e del pericolo di crolli delle strutture incendiate.
Alessandro Martegani