Tutto sembra ancora sotto controllo, ma in Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste da settimane si sta assistendo a un moderato ma costante aumento dei positivi.
I Friuli Venezia Giulia è una delle regioni italiane con basse percentuali di vaccinati nelle fascia che va dai 40 ai 60 anni, anche se si tratta di percentuali che si stanno gradatamente uniformando a quelle nazionali con quasi 20 mila le prime dosi somministrate in meno di tre settimane, ma rimane il fatto che la risalita, sia pur con numeri contenuti (si parla di non più di 150 positivi al giorno in una regione con più di un milione di abitanti) c’è, e va oltre la soglia dei 50 contagi la settimana ogni 100 mila abitanti.
Per ora però la situazione non sembra avere un impatto significativo sui dati che contano di più, vale a dire decessi e ricoveri. In regione i numeri sono costanti da settimane, con otto ricoveri in terapia intensiva, e poco più di 50 in altri reparti, con un solo decesso nelle ultime 24 ore. Guardando indietro, a una situazione di positivi simile, ad aprile 2020, quando però non c’erano i vaccini e venivano testate molte meno persone, i ricoveri erano più di 40 in terapia intensiva e 200 in altri reparti.
Per ora, dunque, non ci sono preoccupazioni sul controllo dell’epidemia, ma balza all’occhio la situazione di Trieste: proprio la città diventata il centro delle proteste contro il Green pass, da qualche settimana è anche la città con la percentuale di contagi più alta d’Italia. Secondo gli ultimi dati da solo il capoluogo giuliano ha registrato più di un terzo dei contagi di tutta la regione, 58, seguito da Gorizia con 52 positivi.
Numeri che nei giorni scorsi sono stati messi in relazione alla presenza di migliaia di persone non vaccinate e provenienti da fuori città per partecipare alle manifestazioni, ma in realtà la risalita era iniziata anche prima e, ammesso che abbiano influito, gli assembramenti di questi giorni sembrano aver al massimo contribuito a una tendenza già in atto, e che comunque per ora sembra non impattare particolarmente sul servizio sanitario regionale.
Alessandro Martegani