"Vorremo prorogarlo il meno possibile, ma non dipende dalla nostra volontà" ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, riferendosi allo stato attuale con i controlli ai valichi di frontiera tra Italia e Slovenia. Probabilmente si proseguirà per altri sei mesi, se la situazione internazionale attuale non dovesse cambiare.
Come richiesto dal sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, Tajani assicura un ulteriore impegno per non penalizzare i frontalieri.
“Sono persone che la mattina vanno a lavorare da una città all'altra e poi ritornano a casa la sera e quindi non sono persone che possono rappresentare un rischio in qualche modo ci saranno i normali controlli di polizia come ci stanno, ci sarà un corridoio privilegiato per i transfrontalieri, come è già in corso” ha dichiarato il ministro, che ha inoltre aggiunto: "Non abbiamo segnali di terroristi che vogliano colpire l'Italia ma c'è il rischio di lupi solitari, di possibili infiltrazioni terroristiche nell'Ue, quindi bisogna prevenire".
Sulle misure di tutela verso i transfrontalieri italiani e sloveni per ora, però, non sono stati forniti dettagli più particolareggiati; dalle parole di Tajani traspare l'idea che secondo il vicepremier ci siano già delle "corsie preferenziali" che invece non esistono nella realtà dei fatti.
Con ogni probabilità saranno mantenute le strutture attuali, con presidi ai valichi principali e controlli saltuari e mirati su determinati tipi di veicoli e targhe.
Idee che vanno comunque in contrasto con il concetto di "città senza confini" usato nella rappresentazione di Gorizia/Nova Gorica Capitale europea della Cultura 2025, ponte d'unione tra due Paesi, ma il ministro degli Esteri ha voluto rimarcare con forza che un maggiore controllo è obbligatorio per garantire la sicurezza di tutti.
Davide Fifaco