In molte carceri italiane ci sono state o sono ancora i corso rivolte e proteste, causate dalle problematiche legate al Coronavirus, tra le quali il blocco delle visite da parte dei familiari dei detenuti. Si sono registrate finora 13 vittime nelle carceri di tutta Italia. I disordini hanno coinvolto istituti di detenzione dal Nord al Sud del paese. A Milano la procura ha aperto un'inchiesta sul problema del sovraffollamento: sono stati previsti dei trasferimenti il prima possibile. Tra gli evasi in Puglia ci sarebbero anche persone vicine alle associazioni mafiose locali tra i quali uno accusato di omicidio. Anche a Trieste alcuni detenuti hanno dato vita ad una protesta, limitandosi a battere pentole contro le sbarre delle celle, in modo da manifestare la loro contrarietà alle misure restrittive imposte dal decreto del governo, che impediscono i colloqui con i familiari. Nella Casa circondariale del capoluogo giuliano attualmente sono rinchiusi 180 detenuti, a fronte di una capienza di 135 unità, ed il sovraffollamento è fonte di preoccupazione per il rischio di diffusione del Coronavirus. Intanto sono saliti a 126 i casi di positività in Friuli-Venezia Giulia, 10 in più rispetto all'ultimo rilevamento. In aumento anche le vittime, due a Trieste (di 62 e 88 anni con pluripatologie pregresse) ed una a Udine di 103 anni. Inoltre la Protezione Civile regionale, considerando che l'applicazione delle disposizioni del decreto governativo non sono finora state prese nella giusta considerazione da tutta la popolazione, ha invitato i sindaci a disporre il passaggio alla fase operativa di allarme; per diffondere in maniera efficace le prescrizioni vengono diramati dei messaggi audio nelle zone residenziali più densamente popolate.
Davide Fifaco