Il Comune di Trieste continua ad andare avanti su un progetto sbagliato, e che è già stato bocciato due volte, senza possibilità di appello, dal Ministero dei beni culturali su almeno tre aspetti differenti.
Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere comunale a Trieste, torna sulla vicenda della Cabinovia Trieste Opicina, un progetto riguardo al quale, ha detto, il Governo italiano ha confermato in un recente scambio di lettere con il Comune delle “criticità insuperabili”.
Russo ha fatto riferimento a una nota del Ministero di beni culturali dello scorso febbraio, in replica alla lettera con cui il Comune di Trieste confermava la volontà di andare avanti con il progetto, in cui il dicastero guidato dal ministro Sangiuliano sottolineava come sussistano ancora “insuperabili criticità”, nel tratto della linea che percorrerebbe il Porto Vecchio: le stazioni, che anche dopo la rinuncia al modello proposto dall’architetto Fuksas non sarebbero compatibili con il contesto architettonico, la presenza di ingombranti e antiestetici piloni, e anche il percorso delle cabine a livello delle finestre dei palazzi.
“Sono tutti elementi che rimangono nel progetto proposto e confermato dal Comune, - ha detto Russo – nonostante il parere del ministero che, a mio modo di vedere, rappresenta una pietra tombale su quest’opera, sgradita alla maggior parte della città e sbagliata fin dall’inizio”.
Dopo la conferma del “no” del Governo, “non capisco perché ne stiamo ancora parlando”, ha aggiunto Russo, ricordando che ministero dice chiaramente che il Comune non ha proposto ipotesi alternative praticabili. Oltre ai tre punti che non sono modificabili, ci sono anche altri aspetti critici, e al momento senza soluzione, come la questione del passaggio della seconda tratta sulla linea dell’alta tensione della ferrovia e sui binari, che non consentirebbe interventi di salvataggio in caso di blocco della linea.
“Chiediamo – ha detto - che il Comune prenda atto che non ci sono le condizioni, che il ministero non potrà che bloccare l'opera, e che nessuno darà mai a Trieste 62 milioni con questi pareri: il Comune sta tentando di tenere in vita un'opera già morta”.
Per Russo però non tutto è perduto e si può ancora cercare di cambiare il progetto per optare per una linea di tram a terra: “La sensazione è che il procedimento sia talmente ingarbugliato che diventerà impossibile realizzare il progetto, ma dobbiamo salvare i 62 milioni, che sono gli unici del Pnrr che arrivano a Trieste. Andiamo a Roma, siamo pronti a collaborare: bisogna ricontrattare il progetto e fare altro. Siamo ancora in tempo”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale ha anche sottolineato come da parte del Comune ci sia stata una certa resistenza nel tenere informati i cittadini sulla vicenda: per avere le lettere scambiate con il governo, ha detto Russo, “ho dovuto fare richiesta di accesso agli atti, ma avrebbe dovuto essere lo stesso come ad informare i cittadini”. “Ancora una volta – ha concluso, queste cose non sono state raccontate alla città, e l’amministrazione comunale non è stata trasparente”.
Alessandro Martegani