Due settimane di tempo per evitare l’arancione: non sono i termini del contenuto della nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha prorogato di due settimane la zona gialla per il Friuli Venezia Giulia, ma i dati sembrano portare a questa interpretazione, soprattutto perché le ultime cifre, pur non disastrose, non sono quelle attese da inizio dicembre.
All’inizio del mese, a pochi giorni dall’ingresso in zona a gialla, la Giunta regionale si era sbilanciata, affermando che, visto l’appiattimento della curva dei contagi e dei ricoveri, la regione avrebbe probabilmente evitato il passaggio in arancione, ma ancora una volta i dati fanno tenere un peggioramento ulteriore della situazione, con la curva che ha ricominciato ad accelerare.
Per la prima volta dallo scorso marzo la regione ha superato la soglia del 5 mila contagi in una settimana, e non deve trarre in inganno l’ultimo dato disponibile, quello del giorno di Natale, con solo 246 nuovi contagi: un dato figlio di un numero di tamponi irrisorio rispetto alla media delle scorse settimane, più o meno un decimo rispetto alle giornate precedenti. Di fatto la regione ha registrato più di mille contagi al giorno per due volte nella scorsa settimana, e anche un aumento dei ricoveri nell’ultima giornata che però rimangono molto più bassi rispetto alle precedenti ondate.
Al momento il Friuli Venezia Giulia vede un’occupazione del 16,6 per cento dei posti in terapia intensiva e del 21,9 negli altri reparti, ben al di sotto del 20 e 30 per cento rispettivamente che, dato per assodato lo sforamento dei numeri di contagi, farebbero passare la regione in zona arancione.
Osservando l’andamento di altri paesi dove omicron si è già diffusa, nemmeno l’arrivo della variante sembra preoccupare più di tanto gli esperti della regione, che al momento deve gestire, accanto all’aumento di contagi, anche l’accelerazione delle vaccinazioni e delle terze dosi, con conseguenti problemi di personale.
Alessandro Martegani