La prima udienza del processo che vede coinvolto Ugo Rossi, candidato sindaco di Trieste, si è conclusa con la convalida dell'arresto e la disposizione di liberazione, perché non esistono esigenza cautelari.
Nessuna manifestazione da parte di altri rappresentanti del Movimento 3v o dei loro simpatizzanti fuori dal tribunale del capoluogo giuliano, come molti invece davano per scontato.
Rossi è quindi un libero cittadino, in attesa del processo che, come disposto dal giudice Camillo Poillucci, si svolgerà il prossimo 27 ottobre, a cui saranno chiamati a testimoniare i carabinieri presenti sul luogo dove sono accaduti i fatti e due impiegati dell'Ufficio postale di San Giovanni.
All'inizio dell'udienza Rossi non era presente in aula, uno dei due avvocati che lo difendono ha spiegato che era rimasto bloccato da un ingorgo autostradale. A parlare per primo è stato il Pubblico Ministero Pietro Montrone, che dopo l'esposizione dei fatti ha avanzato l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, nei confronti del candidato sindaco.
Montrone ha citato inoltre una precedente condanna, di qualche anno fa, per danneggiamento aggravato nei confronti di Rossi, elemento che però il giudice non ha ritenuto probante per la sua decisione di disporre la libertà, pur appunto convalidando.
Dopo una breve sospensiva in aula si è quindi presentato anche Ugo Rossi, a circa un'ora dall'inizio dell'udienza, con un collare ortopedico ma rigorosamente senza mascherina, presentando comunque regolare certificato medico che lo esenta dall'uso del dispositivo di protezione.
Assolutamente tranquillo Rossi, che pur secondo il suo avvocato difensore e compagno di movimento, Pierumberto Starace, soffrirebbe di attacchi di panico, da qui l'esenzione all'uso della mascherina, ha quindi ascoltato le decisioni del giudice.
Al termine dell'udienza, Ugo Rossi, sul provvedimento ha dichiarato: "Me l'aspettavo perché è la decisione corretta. Come detto in precedenza ho avuto molta paura per il comportamento dei carabinieri ed infatti ho chiesto alla digos ed alla polizia di essere portato via per tutelare la mia incolumità personale".
Soddisfatto di questa prima udienza anche l'avvocato di Rossi, Pierumberto Starace, che controbatte alle accuse di chi ha parlato di un 'caso costruito ad arte': “Ho sentito dei commenti da pseudo giornalisti ed opinionisti di vario tipo veramente di pessimo gusto, su questa vicenda. Qualcuno dice che è stato preordinato, ma io non credo che una persona fragile, anche fisicamente e psicologicamente, possa preordinare un episodio del genere, in cui viene sostanzialmente messo anche in condizioni di inferiorità fisica e psicologica e rischia, appunto, viste le sue patologie, di finire in pronto soccorso. Ecco mi sembra una tesi complottistica, una volta tanto fatta dall'altra parte”.
Davide Fifaco