Una cerimonia breve, riservata ai dipendenti e alla autorità e con un anno di ritardo a causa della pandemia, ma non per questa priva di emozione per i vertici e il personale dell’Università Popolare di Trieste che hanno celebrato i suoi 120 anni di vita.
Fondata nel 1899 come “Ente morale culturale d’istruzione”, l’istituzione aveva iniziato l’attività il 2 dicembre del 1900, per alimentare la cultura a Trieste e nel territorio della sua ormai ex provincia. Una delle attività principali dagli anni ’60 è stata anche quella di valorizzare la lingua e la cultura italiana nei territori di insediamento storico della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia, Croazia e Montenegro, come “braccio operativo” del Ministero degli Affari Esteri e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Le celebrazioni erano saltate lo scorso anno a causa del Covid, rinviando tutto a quest’anno: oltre alla cerimonia di questa mattina al Savoia Excelsior Palace, che ha visto fra gli altri la partecipazione del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, e la premiazione dei dipendenti, in attività e pensionati, e degli ex presidenti, è in programma una manifestazione con la presenza del Ministro degli esteri, e tre conferenze con personaggi, sottolinea il presidente Emilio Fatovic, di assoluto rilievo.
L’UPT non si accontenta però di celebrare la propria attività, ma pensa anche al futuro, proponendosi come realtà formativa di eccellenza per tutta l’area dei Balcani. “Vogliamo – ha detto Fatovic - mantenere il ruolo di formazione per le persone, ma una formazione qualificata e certificata, e vogliamo accreditarci svolgere questo ruolo. Vorremmo poi, come ha detto anche il Sindaco, candidarci per diventare una Università di alta formazione a Trieste per i sei paesi dei Balcani che non sono all’interno dell’Unione europea, in sinergia con la Slovenia e la Croazia, cercando anche di migliorare attraverso risorse europee la formazione qualificata che possiamo accanto a realtà come Federesuli e Unione Italiana”.
In sala, oltre al sindaco, e la Regione rappresentata dal vicepresidente UPT Paolo Rovis, vista l’impossibilità di Massimiliano Fedriga d’intervenire, c’erano dipendenti, amministratori, ex lavoratori e presidenti, ma nessun rappresentante della Comunità italiana in Slovenia e Croazia, che però, ha assicurato Fatovic, hanno la massima considerazione da parte dell’UPT: “Non abbiamo chiamato nessuno perché la sala è ristretta, ma anche perché questa è una celebrazione per gli operatori non per le realtà esterne. Ne faremo un’altra in forma solenne col ministro Di Maio, e tutte le autorità, e allora ci saranno anche i tre rappresentanti dell’Unione Italiana e Federesuli”.
Nel corso della cerimonia è intervenuto Roberto Dipiazza, una prima volta per un sindaco di Trieste a una cerimonia dell’UPT, che ha consegnato al Presidente Fatovic una pergamena con lo stemma ufficiale della città con cui esprime “stima e apprezzamento per la meritoria attività culturale svolta a Trieste e nel suo territorio e per l’incessante opera di tutela delle comunità nazionali di lingua italiana presenti a tutt’oggi in Slovenia, Croazia e Montenegro”.
Dipiazza ha ricordato il valore e l’impegno dell’amministrazione comunale per superare le divisioni e favorire il processo di pacificazione, evidenziando come “è la cultura che lega e fa crescere i popoli”. “Questo è stato anche il vostro compito - ha detto rivolto allo staff dell’UPT - questo avete fatto e io vi ringrazio a nome della città di Trieste”.
Alessandro Martegani