Otto anni: tanto tempo è passato dall’agosto del 2016, quando due carrozze del Tram di Opicina, uno dei simboli della città, si scontrarono frontalmente, dando il via a una lunghissima ristrutturazione e a un’attesa di ripristino della linea che dura tutt’oggi, e che è diventata uno dei maggiori terreni di scontro politico in città.
Alla base del lungo stop, oltre alle indagini della magistratura che hanno messo sotto sequestro binari e vetture per lungo tempo, ci sarebbe stata anche l’esigenza di mettere a norma l’antica linea con interventi che sembravano inseguire una normativa che è nel frattempo cambiata, nonostante per l’epoca, si sta parlando di un impianto inaugurato nel 1902, si trattasse di una linea di trasporto assolutamente innovativa.
Il tratto in salita, dalla base di via Commerciale a Campo Cologna, raggiunge infatti una pendenza di 26 gradi, e per far superare la salita alle pesanti vetture, si realizzò una cremagliera con dei locomotori agganciati un cavo che spingevano il tram fino al livello dell’altopiano. Sulla linea si verificarono anche alcuni incidenti, ma l’ultimo, quello del 2016, causò otto feriti, determinando l’avvio di una ristrutturazione totale della linea e dei sistemi di sicurezza, e il lungo stop, che rimane comunque inspiegabile, soprattutto considerando l’importanza del Tram per l’immagine di Trieste.
Si tratta di una vera e propria attrazione, una struttura che va al di là del semplice mezzo di trasporto, diventata con il passare del tempo anche una testimonianza storica per triestini e visitatori.
Nonostante siano passati otto anni, il Tram è sempre al centro dell’attenzione anche per i turisti che, giunti in città, chiedono ancora oggi dove si possa comprare il biglietto per salire sulla funicolare. I binari però sono rimasti senza vita per anni, e una data per l’agognata ripartenza ancora non c’è.
Nei giorni scorsi i cavi e i locomotori hanno ricominciato a scorrere lungo al funicolare per dei test, e il Comune di Trieste ha confermato che, dopo la conclusione dei lavori lo scorso autunno, si attende solo il nulla osta dall'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa), per fare ripartire la linea.
Tutto rimane nell’incertezza, anche dal punto di vista burocratico: proprio l’Ansfisa, applicando un nuovo regolamento, sembra aver chiesto nuovi lavori sulla linea (anche sui tratti che non erano stati toccati dalla ristrutturazione post incidente), e sulle vetture per concedere il via libera, anche se l’amministrazione comunale, che pur aveva partecipato alla redazione del regolamento, sostiene di aver già completato tutti gli interventi programmati e che il Tram può riprendere servizio anche subito. Uno stallo che ha spinto il Comune a minacciare anche il ricorso al tribunale, visto che, come ha detto il sindaco Roberto Dipiazza, le attuali regole sottoporrebbero il tram agli stessi vincoli di sicurezza di un treno ad alta velocità.
Alessandro Martegani