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“È un dovere morale riconoscere la dignità e garantire i diritti di coloro che parlano le lingue minoritarie, continuando a utilizzarle in ogni fase della vita quotidiana".
Con queste parole l’assessore regionale alle lingue minoritarie, Pierpaolo Roberti, ha introdotto la presentazione della terza Conferenza regionale sulla lingua slovena, che si svolgerà a Trieste, nell'aula dell'Assemblea del Consiglio regionale, in due giornate, il 12 e il 19 novembre. L’evento avrebbe dovuto svolgersi già da tempo, ma era stato posticipato a causa della pandemia.
Roberti ha ricordato come la comunità linguistica slovena in Italia, insieme a quelle tedesca e friulana, sia una parte fondamentale della comunità regionale, “nonché uno dei motivi dell’autonomia del Friuli Venezia Giulia", e come sia dovere della Regione valutare come valorizzarla al meglio. “Si tratta - ha aggiunto. - di capire quali nuovi provvedimenti si possono prendere per correggere il tiro e fare il modo che le lingue vengano tutelate sempre più".
Igor Gabrovec dell’Unione slovena ha spiegato che le attività delle due giornate partiranno dalle conclusioni espresse nella conferenza del 2017 e si articoleranno in 5 gruppi di lavoro dedicati ad altrettanti temi, illustrati da Devan Jagodic, direttore dell'Istituto Sloveno di ricerche: lo stato dell'applicazione delle norme di tutela, l'istruzione plurilingue in Val Canale, il bilinguismo visivo nei 32 Comuni tutelati, una valutazione dell'operato dell'Ufficio centrale per la lingua slovena e la proposta di un modello di programma regionale di politica linguistica.
Presenti anche Ksenija Dobrila, presidente dell'Unione Culturale ed Economica Slovena, che ha auspicato che i risultati dei lavori si trasformino “in concreta operatività e impegno programmatico”, e Walter Bandelj, presidente della Confederazione Organizzazioni slovene, che ha evidenziato come "il processo di tutela debba proseguire, anche attraverso la condivisione con le altre lingue".
Alessandro Martegani