Per il centenario della prima guerra mondiale Emanuele Filiberto è tornato in Friuli Venezia Giulia. Questa mattina si è recato al sacrario ed al cimitero autro-ungarico di Redipuglia dove ha reso onore ai morti di ambo gli schieramenti. In quest'occasione lo abbiamo intervistato sul senso di questa visita e su come vede l'Italia e l'Europa.
Significa fare un atto di memoria e di rispetto per tutti questi italiani che purtroppo durante la prima guerra mondiale ci hanno lasciati per un'ideale più alto. Sono queste persone che hanno fatto l'Italia, grazie alle quali noi siamo qua e oggi ci possiamo dire italiani tutti insieme.
Sarà anche a Trieste, dove ottanta anni fa Benito Mussolini annunciò le le leggi razziali. Io so che lei in passato ne ha parlato.
Sì, ne ho parlato con molta apertura. Le leggi razziali sono una gran vergogna per l'Italia. Io sono qua per rispettare tutte le persone cadute nei due conflitti. Il mio primo atto quando sono venuto in Italia è stato un incontro a Roma con il Rabbino Disegni e dal Presidente nazionale delle Comunità ebraiche, nel quale ho condannato fermamente le leggi razziali. Lo ribadisco anche oggi, sottolineando che tutto questo ci deve servire per guardare al futuro .
Quale è secondo lei l'insegnamento che i giovani possono trovare in luoghi come questi?
Siamo in un periodo complicato per i giovani. Oggi ci sono pochi valori in giro. Queste persone avevano un'ideale, hanno combattuto e hanno perso la vita per questo. Adesso i tempi sono cambiati, ma sarebbe bello che i giovani rispettassero questo nostro bel paese. Li invito, perciò, a guardare avanti ed a tenere alti i valori del nostro tricolore.
E rispetto all'Europa, dove i nazionalismi stanno rinascendo?
L'Europa è importante. Anche se ho sempre detto mi piacerebbe vedere un'Italia più importante in un'Europa più importante. Sicuramente il nostro paese dovrebbe essere uno degli attori fondamentali per l'andamento dell'Europa, non si può vedere al centro del continente solo la Germania e la Francia. Mi piacerebbe vedere l'Italia riconquistare l'importanza che ha avuto in passato.
Barbara Costamagna