Garantire uno svolgimento sereno e senza tensioni di quella che rimane una festa di tutto il paese. È con questo spirito che l’Associazione Nazionale Partigiani e la Cgil, affiancate da altre organizzazioni, fra le altre l’SKGZ, l’Unione degli Universitari e alcune formazioni politiche di sinistra, si prepara a celebrare il 25 aprile.
Quest’anno le due organizzazioni hanno preparato un programma di attività che si snoda da domani fino al primo maggio, ma con la consapevolezza che le attività non potranno non essere toccate dalla situazione internazionale, sia per la possibilità di contro manifestazioni, sia per un possibile, aumento dei controlli che rischiano, come ci spiega il segretario provinciale della Cgil, Massimo Marega, di non far passare un 25 aprile sereno in città e di complicare lo svolgimento della manifestazione principale alla Risiera di san Sabba. “Auspichiamo che non si rivedano le scene dell'anno scorso e riteniamo che quella della Risiera sia una celebrazione che vada vissuta con serenità, come l'abbiamo vissuta con serenità tutti gli anni precedenti".
“Nell'incontro avuto in Questura, abbiamo chiesto se fosse possibile avere una presenza più discreta della polizia, pur sapendo che siamo in un contesto internazionale dedicato e che alcuni controlli vanno predisposti per la sicurezza delle persone. Vedere però spiegamenti ingenti di forze dell'ordine chiaramente non incentiva la presenza alla cerimonia della Risiera”.
I timori, che potrebbero spingere a controlli invasivi riguardano soprattutto contestazioni legate alla situazione in Medio Oriente e in Ucraina, ma anche alla stessa interpretazione dei fatti che segnarono la città immediatamente prima e dopo la seconda guerra mondiale. Ben vengano momenti di pacificazione, come la stretta di mano fra i presidenti Mattarella e Pahor, recentemente insigniti di una laurea honoris causa all’Università di Trieste, ha detto Fabio Villon, presidente dell'ANPI provinciale, ma la storia deve essere raccontata senza generalizzare le responsabilità fra fascismo e Resistenza.
“La riconciliazione – spiega – va intesa come riconoscimento di uguali diritti e di uguali sofferenze da parte delle varie comunità, quella italiana, la comunità slovena ma anche la comunità croata. Siamo tutti quanti in Europa, che tra i suoi punti fermi e fondanti ha l’antifascismo. È giusto superare il passato con il riconoscimento da entrambe le parti di quello che è successo, ma non con una riscrittura o una forma di rivalsa. A noi va benissimo l’iniziativa dell'Università di Trieste e speriamo sia foriera di un percorso in questo senso: riconciliazione e ricostruzione di una comunità internazionale ed europea”.
Alessandro Martegani