Contrattazione, riforma fiscale, l’attuazione del Pnrr in ambito locale, ma anche lavoratori transfrontalieri. È stato un confronto sui maggiori temi economici quello organizzato a Trieste, a meno di due settimane dalle elezioni, dalla Cisl, che ha portato nella sala della Camera di Commercio il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e il segretario generale del sindacato Luigi Sbarra.
Al centro soprattutto i temi dello sviluppo e del lavoro, in una fase che da una parte offre grandi opportunità con i fondi del Pnrr, ma dall’altra presenta anche gravi difficoltà a causa dell’inflazione e della crisi in Ucraina.
Anche il richiamo del commissario europeo Gentiloni all’Italia sui tempi di attuazione del Pnrr è stato uno degli argomenti: per Sbarra, dopo un 2022 che ha visto il raggiungimento di tutti gli obiettivi, bisogna accelerare per dare all’Europa nuove infrastrutture, creare lavoro, ma anche attuare riforme che mettano al centro i diritti dei lavoratori e in generale della persona. Proprio entro questa settimana si dovrebbero definire nuove misure di flessibilità in Europa, per far fronte alle difficoltà causate dalla guerra e dall’aumento dei prezzi.
Una circostanza richiamata anche da Fedriga che, sottolineando come il Pnrr, “sia stato costruito in un’ottica fortemente centralista, escludendo le regioni e i territori”, circostanza che non favorirebbe l’attuazione del piano, ha ricordato come “sarebbe stato necessario andare a far declinare il piano nei territori per favorire il raggiungimento degli obiettivi. Attualmente – ha aggiunto - non abbiamo piena consapevolezza di quanto accade nei nostri territori e stiamo per arrivare alla fase più difficile del Pnrr, perché fino ad oggi si sono fatte norme, ora bisogna mettere a terra le opere”.
Il governatore ha poi confermato che “il PNRR va aggiornato, visto che le condizioni sono molto diverse rispetto a quando il piano è stato scritto”, con l’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia, ma soprattutto, ha aggiunto “dobbiamo porci l’obiettivo della chiarezza normativa: non è normale che cittadini politici e funzionari non capiscano come muoversi all’interno delle norme”, e “questo – ha detto - è anche un problema anche di democrazia”.
A margine del confronto Sbarra ha anche contestato la riforma fiscale varata dal governo Meloni, nel merito, ma anche nel metodo seguito dall’esecutivo:
“Abbiamo fatto qualche giorno fa un incontro col Governo e abbiamo lamentato una questione di metodo su una riforma così complessa, così importante per la comunità Nazionale e anche per la vita delle persone – ha detto -. Non si può convocare il sindacato a poche ore dalla riunione del Consiglio dei Ministri solo per una informativa sommaria e anche un po' lacunosa. C'è da recuperare il metodo ma dobbiamo confrontarci anche sul merito della riforma: pensiamo che la prima azione che vada fatta è quella di alzare e contrastare l'evasione e l'elusione fiscale che pesa 100 miliardi ogni anno di mancati introiti nelle casse dello Stato, poi dobbiamo costruire un sistema fiscale che alleggerisca il prelievo sui redditi medio bassi da lavoro e da pensione, e in generale chiediamo al governo di misurarsi con noi per un sistema fiscale che abbia un profilo redistributivo e progressivo: Siamo contrari all'ipotesi di flat tax perché così la redistribuzione avviene dal basso verso l'alto, non è equa, non c'è principio di solidarietà”.
Guardando alla regione Sbarra ha poi sottolineato come si debba proseguire nell’aumento delle tutele ai lavorato transfrontalieri: “Secondo noi c'è ancora da fare da migliorare per rafforzare il quadro delle tutele dei diritti – ha spiegato - e anche per sostenere i bisogni di famiglie e di persone che si caricano anche la fatica di andare oltre confine per realizzare forme di prospettiva professionale e lavorativa, ed è urgente valutare tutte le possibili azioni finalizzate a migliorare il quadro delle tutele dei diritti”.
Riferendosi al tavolo sulla vertenza Wärtsilä, in programma giovedì al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Sbarra ha poi chiesto al Governo di “cominciare a informare le parti sociali sulle manifestazioni di interesse che si sono registrate in queste ultime settimane e in questi ultimi mesi, e orientare una soluzione che sia la più credibile sotto il profilo industriale per salvaguardare produzioni, posti di lavoro e bisogni di questo territorio non solo dell'occupazione diretta di Wärtsilä ma anche quella dell'indotto”.
Alessandro Martegani