A quasi un mese dall’ultima seduta in presenza, il Consiglio regionale del Friuli Venezia giulia è tornato a riunirsi a Udine, nell’auditorium della sede della regione, struttura in cui gli spazi consentono di rispettare le distanze di sicurezza.

Nel corso della seduta ha preso la parola il governatore Massimiliano Fedriga, confermando la disponibilità al confronto su tutti gli aspetti dell’emergenza. Fedriga ha fatto il punto sulle scelte adottate dalla Giunta regionale in queste settimane per l’emergenza Covid-19, ricordando che “non sono mai state delegittimate le scelte sanitarie nazionali”. Nessuno, ha aggiunto, “ha mai pensato di sostituirsi agli esperti della sanità, atteggiamento – ha concluso il governatore - che sarebbe apprezzabile da parte di tutti”.
“Sono convinto – ha poi aggiunto - che si debba passare dalla stagione dei divieti a quella delle regole. L'obiettivo ora deve guardare a coniugare la sicurezza sanitaria e la ripresa delle attività economiche e lavorative".
“Riconosco - ha detto ancora il governatore - che il ministro Boccia si è confrontato con disponibilità con le Regioni, ma adesso ci servono regole certe che passano anche attraverso una stagione di normalizzazione nei rapporti tra istituzioni".
"Il Governo deve pertanto fornire un quadro generale entro cui muoversi - ha ribadito Fedriga - mentre gli Enti locali devono assumersi responsabilità proprie, che misurino le azioni sulla base delle specifiche esigenze dei singoli territori".
La Regione, ha poi concluso, ha chiesto al Governo di annullare il contributo straordinario per gli anni 2020 e 2021: sarebbe palesemente anticostituzionale – ha evidenziato - rischiare di non poter garantire servizi essenziali previsti ai cittadini dalla Costituzione a causa del crollo delle entrate".
L’aula si è occupata delle interrogazioni alla giunta, e non sono mancati momenti di tensione e scambi anche duri fra il governo della regione e i consiglieri di opposizione, proprio sulla materia sanitaria: in particolare ci sono state proteste per la decisione di rinviare a domani la trattazione d’interrogazioni che riguardano la scansione temporale dei tamponi effettuati su 904 ospiti delle case di riposo dell’isontino, e le spese sostenute per far fronte all'emergenza sanitaria.

In questi giorni era cresciuta la polemica per alcuni provvedimenti presi dalla sanità regionale: fra le altre cose la decisione di aprire una nuova sezione infettivi all’ospedale di Cattinara, uno dei due ospedali di Trieste, raddoppiando quindi le strutture infettivi in città, dove è già presente quella dell’ospedale maggiore, ma soprattutto l’uso di una nave traghetto per ricoverare gli ospiti delle case di riposo positivi coronavirus. Un’operazione che ha sollevato dubbi sia sul fronte dell’idoneità della struttura, sia per i costi, che ammonterebbero a un milione e 200 mila euro al mese.
In generale da parte dell’opposizione sono state mosse accuse alla giunta di non fornire sufficienti informazioni sui dati dell’emergenza. Un’accusa a cui l’assessore alla salute Riccardo Riccardi ha replicato duramente fornendo poi una serie di dati.

Riguardo il ricorso alla nave per ospitare gli anziani positivo al Convid-19, Riccardi ha poi assicurato che “Il Governo ha confermato il proprio sostegno al ricorso alla nave GNV 'Allegra', che sarà utilizzata come
struttura sanitaria”. Si tratta – ha aggiunto – di una scelta tecnica nella quale parte della politica si è buttata superando ogni limite".
“Si tratta – ha spiegato - della soluzione migliore in questo momento dell'emergenza perché consente di dare una risposta immediata alle esigenze del territorio triestino”. Altre opzioni come gli alberghi della zona, il palazzetto dello sport a Chiarbola o il centro congressi del Molo IV, “non hanno dato riscontro positivo, a causa degli importanti
interventi di adeguamento da realizzare in urgenza per soddisfare i requisiti richiesti”.


Alessandro Martegani

Foto: MMC RTV SLO/ACON
Foto: MMC RTV SLO/ACON