Con l’avvicinarsi del 12 giugno e dei festeggiamenti annunciati dal Comune di Trieste a partire da quest’anno per ricordare la partenza delle truppe partigiane jugoslave dalla città nel 1945, risalgono le tensioni con l’amministrazione fiumana, con la quale c’erano già stati screzi qualche mese fa a causa delle celebrazioni triestine del centenario dell’impresa fiumana di D’Annunzio.
Il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, che dopo venti anni di gestione della città quarnerina ha deciso di candidarsi alle parlamentari croate del 5 luglio, ha firmato un comunicato di protesta contro la delibera triestina, sostenendo di aver sentito la necessità di reagire perché “è infamante dire che i partigiani jugoslavi occuparono Trieste nel maggio del 1945, mentre invece liberarono la città dai nazisti”. Obersnel in breve accusa Dipiazza e la sua giunta di manipolare la storia.
A replicargli il vicesindaco di Trieste Paolo Polidori sulle pagine de “Il Piccolo”. Polidori si dice dispiaciuto che il sindaco di Fiume possa presumere che ci siano mire diverse da quelle annunciate dall’ordinanza cittadina. “Resta un dato di fatto oggettivo”, aggiunge il vicesindaco, “che i 40 giorni di occupazione titina furono devastanti per la città”, facendo riferimento alle violenze che avvennero in quel mese, che secondo lui “è storia”.
Barbara Costamagna