Sono ancora giorni d’incertezza in Friuli Venezia Giulia in vista dell’assegnazione delle fasce di colore della prossima settimana.
I dati, come aveva detto anche lo stesso assessore alla Salute Riccardo Riccardi, non sono fra i peggiori, ma nemmeno fra i migliori delle regioni italiane. L’indice Rt, uno dei dati più importanti, rimane inferiore a uno, 0,91 l’ultima stima, in leggera diminuzione rispetto al precedente 0,96: un dato che aveva salvato la regione dalla zona rossa nelle belle ultime settimane del 2020, ma preoccupano soprattutto l’incidenza dei tamponi positivi su quelli effettuati e la situazione negli ospedali, già sotto pressione nelle settimane passate e ora chiamati anche a fornire il personale necessario per le vaccinazioni.
Gli ultimi dati dei contagi, dopo l’impennata di martedì, sono scesi, ma rimangono comunque alti e non trascurabili. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 606 nuovi contagi su 6.380 tamponi molecolari, pari al 9,5 per cento, più altri 300 casi rilevati con i test rapidi antigenici che dovranno essere confermati nei prossimi giorni. In linea anche i decessi, 24, così come rimangono stabili ma alti i ricoveri nelle terapie intensive e quelli in altri reparti, che variano di poche unità. Numeri comunque meno preoccupanti rispetto a quelli della scorsa settimana, che avrebbero proiettato la regione addirittura in area rossa a partire dal 18 gennaio, tanto da spingere la giunta a tenere le scuole superiori chiuse fino a fine mese.
Nonostante i contagi stabili o in aumento, la contagiosità però sembra calare, considerazione che dovrebbe allontanare dal Friuli Venezia Giulia la possibilità di un ritorno in arancione o addirittura di un passaggio in rosso, ma la linea è molto vicina e la giunta, i cittadini, ma soprattutto le attività commerciali come bar e ristoranti, restano con il fiato sospeso fino a venerdì.
Una situazione che accomuna il Friuli Venezia Giulia, il vicino Veneto, sempre giallo nelle scorse settimane, ma anche altre regioni come Lazio, Emilia Romagna, Campania e Calabria.
Un quadro della situazione in Friuli Venezia Giulia, accanto a quello fornito dai dati, emerge anche dalle testimonianze di chi lavora ogni giorno nelle strutture sanitarie: intervistato dal quotidiano di Trieste il Piccolo, il dottor Giorgio Berlot, direttore della struttura complessa anestesia rianimazione e terapia antalgica, ha sottolineato come la mancanza di personale renda l’attuale numero di pazienti difficile da gestire, e confermato come nel suo reparto giungano e riportino o conseguenze dalla malattia anche persone giovani, che senza il Covid avrebbero potuto vivere una vita normale per molti anni.
Alessandro Martegani
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