Nell’ultima settimana di novembre tutte le province del Friuli Venezia Giulia sono andate oltre i 150 casi di Covid ogni 100mila abitanti, con una punta di 635 contagi a Trieste, la città con la maggior percentuale in tutto il paese.
Lo rivela il monitoraggio della Fondazione Gimbe, organizzazione indipendente diventata in questi due anni un po’ il punto di riferimento per i dati sul Covid sulla penisola.
La regione si conferma fra le prime nella non invidiabile classifica delle aree italiane con il più alto tasso di contagi, con 586 casi ogni 100mila residenti, seconda solo alla provincia autonoma di Bolzano con 980 e al Veneto con 632.
Quello che preoccupa di più però sono i numeri sui ricoveri, che attribuiscono al Friuli Venezia Giulia la peggior percentuale nazionale di occupazione, sia nelle terapie intensive con il 14 per cento, sia nelle aree mediche con il 23.
La regione fra l’altro, nonostante l’impennata di richieste di prime e terze dosi degli ultimi giorni, rimane al di sotto della media nazionale per quanto riguarda le vaccinazioni, con il 76 per cento di cittadini completamente vaccinati, contro una media nazionale del 77,1, e il 21,6 per cento di vaccinati con la terza dose, contro una media italiana del 31,8. Proprio sul fronte dei vaccini la regione ha sottolineato l’aumento delle richieste (al momento le agende sono piene fino a febbraio), puntando a somministrare 8 mila dosi al giorno, ma anche le difficoltà nel far fronte alle somministrazioni non per il rifornimento di dosi, ma per la mancanza di personale.
Anche gli ultimi dati, pur rimanendo in linea con quelli della scorsa settimana, non fanno intravvedere dei miglioramenti. Nelle ultime 24 ore i contagi sono stati 770, con 7 decessi. Aumenta il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva da 24 a 26, mentre i pazienti in altri reparti passano da 284 a 294.
Alessandro Martegani