Un no, da parte della Regione Friuli-Venezia al test sierologico "veloce" pensato dal governo italiano per chi entra o rientra nel Belpaese da alcuni Paesi esteri; il governatore Fedriga pensa piuttosto ad un tampone che in modo rapido permetta di individuare i positivi al Covid-19. Per il momento il Friuli-Venezia Gulia non segue nemmeno la via tracciata dall'Emilia Romagna, che ha disposto la quarantena obbligatoria per chi arriva dalla Croazia. Intanto il ministero della Salute sta studiando l'ipotesi di introdurre un test rapido sulle persone in arrivo in Italia, da Grecia e Spagna, ma non è esclusa la possibilità che i controlli vengano estesi anche a chi proviene dalla Croazia e da Malta, tutti Paesi nei quali negli ultimi giorni hanno visto un'impennata di contagi.
Il caso dei ragazzi tornati in Italia dalle isole croate, risultati positivi al coronavirus, ha destato qualche preoccupazione in Italia ed ora in vista della nuova ordinanza che dovrà essere firmata entro Ferragosto, la volontà è quella di evitare la quarantena indiscriminata per chi proviene dai Paesi con i contagi in crescita.
Il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Fedriga, per ora ha dichiarato che la quarantena obbligatoria per chi proviene da Paesi a rischio è solo una delle opzioni; si sta effettuando un attento monitoraggio delle curve di contagio di ogni Stato e le azioni da intraprendere verranno valutate in settimana. I test rapidi potrebbero quindi essere la soluzione ottimale, visto che i sierologici non danno risultati certi.
Un altro aspetto da tenere in considerazione in Regione, nel varare le misure di contenimento, è quello di non penalizzare i lavoratori transfrontalieri, come ha sottolineato la senatrice del Partito democratico, Tatjana Rojc.

Davide Fifaco

Foto: EPA
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