È lo stesso presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ad esprimere preoccupazione per l'adesione alla campagna vaccinale di AstraZeneca da parte dei cittadini.
Fedriga ha rivelato che in Regione sul farmaco inglese c'è un'adesione solamente del 50% nella popolazione tra i 70 e gli 80 anni, ovvero fra chi finora ha avuto la possibilità di vaccinarsi.
Fedriga ha aggiunto: “bisogna essere chiari, effetti avversi al vaccino sulle persone over 60 non ce ne sono stati. Qui rischiamo di avere vaccini che non riusciamo a inoculare perché la gente non vuole farseli inoculare".
Il governatore del Friuli-Venezia Giulia ha inoltre spiegato che ci sono attualmente due variabili: quanti vaccini arrivano e quanti lo vogliono utilizzare. Intanto la Regione prosegue con la campagna vaccinale, con l'annuncio dell'apertura di un nuovo centro a Tarvisio sabato 17 aprile.
Dal Friuli-Venezia Giulia arrivano però buone notizie dal punto di vista della ricerca, visto che l'Università degli Studi di Trieste ed il Centro di ingegneria Genetica e Biotecnologie (ICGEB) sempre del capoluogo giuliano, in collaborazione con il King College di Londra, hanno condotto uno studio, pubblicato su Nature, che dimostra che un farmaco antiparassitario usato da più di 50 anni per le infezioni intestinali, la niclosamide, è in grado di bloccare il danno polmonare causato da Covid-19, ovvero gli effetti dannosi che la proteina Spike di Sars-CoV-2 causa alle cellule.
Inoltre, di certo la comunicazione attorno al vaccino AstraZeneca non ha contribuito a portare fiducia e chiarezza tra le persone, con molti cambi in corsa. Ad esempio, i vaccini erano entrati in Italia come particolarmente adatti fino ai 55 anni di età, poi estesi a tutte le classi di età ma con le ultime indicazioni dei ministri della Salute dell'Unione europea, consigliati agli over 60, in relazione alle rare reazioni che hanno portato a dei trombi nelle persone che non hanno appunto raggiunto i 60 anni di età.
Davide Fifaco