Foto: Martegani
Foto: Martegani

Da qualche giorno anche i visitatori e i residenti di Bagnoli della Rosandra, borgo che fa parte del comune di Dolina (Boljunec in sloveno e B'lunc in dialetto sloveno locale), possono ammirare le targhe con gli antichi toponimi delle località.

Si tratta di un’operazione consentita dalle norme in vigore in Italia, e che, con diverse modalità, frequenza e anche materiali, è già stata fatta in altri borghi dell’area di Trieste, da Dolina, con i cartelli turistici che riprendono gli antichi nomi, a Contovello, con le targhe in pietra del Carso.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Si tratta, racconta Silvester Metlika, dell’Associazione per la valorizzazione della storia locale di Bagnoli (Društva za vrednotenje domače zgodovine), animatore dell’iniziativa e ricercatore delle tradizioni e storia locale, di un’operazione iniziata 25 anni fa: “Avevamo a quel tempo fatto una richiesta per dei fondi regionali ma non è andata a buon fine, poi, tre anni fa, con la pubblicazione di un libro che riportava tutti gli antichi toponimi sia nella parte urbana sia nelle campagne circostanti a Bagnoli, questo percorso è ripreso.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Un anno fa abbiamo avviato la procedura e inviato le domande per i permessi, che sono stati concessi senza problemi, una volta fatte le verifiche sul progetto.” In tutto il borgo sono state piazzate più di 40 insegne, in acciaio inossidabile brunito, in modo da integrarsi con l’ambiente circostante e garantire una durata nel tempo, e sabato scorso sono state inaugurate con una cerimonia nella piazza di Bagnoli, e la scopertura, di fronte a molte persone (alcune in abiti tradizionali), della targa che porta la scritta “Gǝríca” con l’immancabile dicitura “Ledinsko Ime – toponimo”, inserita anche il tutte le altre targhe collocate nelle strade del borgo, a volte anche all’ingresso e alla fine delle vie.

Foto: Martegani
Foto: Martegani

Nomi come “Màndǝrja”, “Jáma”, “Pákǝvǝc”, “Rǝván”, “Pótǝk”, “Pǝd Bréjco” sono denominazioni, , scritte con i caratteri fonetici, che riprendono i termini dialettali con cui s’indicavamo i luoghi, come i pascoli, una grotta, il torrente, ma ci sono anche denominazioni delle antiche strade come “Vǝlíka úlca”, “Mávǝrska úlca” o “Kráška úlca”. “Abbiamo deciso - spiega Silvester Metlika – di scrivere i nomi come si pronunciavano nel dialetto locale: sono nomi di tradizione, che non si possono tradurre o cambiare” ha aggiunto, sottolineando come non ci sia stato alcun problema da parte dell’amministrazione nel dare il via e portare a termine la procedura, che ha arricchito l’antico borgo ai piedi dell’altopiano, meta di camminatori e gite fuori porta da tutta l’area di Trieste, con i nomi che raccontano la storia di Bagnoli della Rosandra.

Alessandro Martegani

Foto: Martegani
Foto: Martegani