"Grazie per quello che state facendo". Si avvicina timidamente al gruppetto di ragazzi accampati in Piazzale Europa e li ringrazia commosso. Con queste parole uno studente palestinese ha voluto esprimere il proprio apprezzamento alle ragazze ed ai ragazzi che da qualche giorno stanno manifestando davanti all'edificio principale dell'Università di Trieste.
Non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, spiegando che le loro posizioni sono dettagliatamente spiegate in un comunicato stampa, rintracciabile anche sui social, ma non si sono rifiutati di soddisfare le curiosità in una chiacchierata informale.
"Le istituzioni non vogliono ascoltarci; il Senato accademico nell'ultima riunione non ha voluto nemmeno inserire una nostra mozione nell'ordine del giorno; il Rettore non ci parla e finora non ha mai voluto parlare di 'genocidio palestinese'", ci confessa una studentessa, che aggiunge "per ora anche da parte degli altri studenti e dai docenti c'è poca solidarietà, ma noi continueremo con questo presidio permanente ad oltranza".
Nell'accampamento presenti una quindicina di persone, tra le tende, un punto di ristoro ed un gazebo dove si programmano le attività. Si sono organizzati con rispetto: mantengono lo spazio pulito e per quanto possibile in ordine, stando attenti anche alla raccolta differenziata.
"Il servizio di sicurezza dell'Università questa mattina ci ha fatto spostare da sotto il porticato, dove ci eravamo rifugiati nella notte per ripararci dalla pioggia", ci racconta ancora un'altra studentessa, aggiungendo che negli scorsi giorni anche alcune forze dell'ordine sono passate a scattare qualche foto, come abitualmente accade in queste situazioni.
Si tratta comunque di una forma di protesta assolutamente non violenta, i presenti al presidio chiedono solo di dare ascolto anche al popolo palestinese ed al Rettore di non mettere sullo stesso piano "la resistenza del popolo palestinese con le violenze e le mire occupazioniste di Israele".
Nel comunicato stampa (riportato interamente più sotto), inoltre, i manifestanti sottolineano la necessità che le Università italiane denuncino l'aggressione militare in atto nella Striscia di Gaza, la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, di richiedere al Ministero dell'Università e della Ricerca, di istituire un fondo per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti palestinesi ed infine al Governo italiano la risoluzione immediata dell'Accordo di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele.
Davide Fifaco
Comunicato stampa del gruppo Giovani palestinesi Friuli-Venezia Giulia:
"Dall'università di Trieste raccogliamo l'appello della mobilitazione internazionale dei Giovani Palestinesi in sostegno e solidarietà al popolo palestinese, contro l'infame regime di occupazione sionista,che da anni -in complicità con le istituzioni- perpetra un genocidio in collaborazione con atenei e diversi enti di ricerca.
Come studentx e solidali abbiamo deciso di accamparci in Piazzale Europa dopo l'ennesimo rifiuto da parte dell'università di ascoltare e fare voce al popolo palestinese, anche tramite le vie istituzionali e i suoi rappresentanti.
Come in altre città mobilitatesi, infatti, anche qui a Trieste è stata redatta una mozione per il Senato Accademico del 21/05 per la quale si richiedeva una ferma condanna del genocidio in corso a Gaza e la recissione degli accordi con università ed enti Israeliani. Tuttavia, non è nemmeno stata inserita nell'ordine del giorno, senza alcuna motivazione accettabile.
Il rettore, non solo si è rifiutato di riconoscere la più feroce delle aggressioni sioniste come un genocidio, ha anche messo sullo stesso piano la legittima resistenza del popolo palestinese e le violenze del regime di occupazione sionista. In questo modo ha rigettato fermamente le più concrete delle nostre richieste: una presa di posizione e l'interruzione degli accordi con Israele.
Chiediamo quindi:
- Alle università italiane, per tramite e nel contesto della CRUI, di denunciare l'aggressione militare israeliana sulla popolazione della Striscia di Gaza oltre a esprimere solidarietà alla popolazione palestinese fornendo assistenza con tutti i mezzi possibili per sostenere le comunità universitarie e tutte le persone colpite;
- Alle università italiane, per tramite la CRUI, la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, braccio forte dell'apparato di occupazione coloniale e base fondamentale di supporto al complesso politico-militare israeliano nei Territori
Palestinesi Occupati;
- Al Governo italiano, per tramite il MUR, la risoluzione immediata dell'Accordo di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele del 2000, affinché si limiti al minimo la complicità del Governo italiano nei crimini di guerra e nei crimini contro l'umanità perpetrati da parte dello Stato di Israele contro i palestinesi;
- Al Ministero dell'Università e della Ricerca, di istituire un fondo per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti palestinesi affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani.
Vogliamo che la voce del popolo palestinese venga ascoltata una volta per tutte, e non ci fermeremo di fronte all'oppressione istituzionale.
SEMPRE A FIANCO DELLA RESISTENZA PALESTINESE
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA"