L’avvicinamento alla Capitale europea della cultura e in generale il futuro delle relazioni fra le due Gorizie sono stati il terreno di confronto fra Samo Turel e Rodolfo Ziberna. I due sindaci si sono ritrovati in occasione dell’incontro organizzato dall’Skgz a Gorizia, moderato da Rudi Pavsic: un’occasione per avere un confronto diretto su temi che avevano anche diviso le amministrazioni delle due città, come la presenza di un componente della giunta comunale di Gorizia alla commemorazione organizzata lo scorso 20 gennaio dalla X MAS.
Un’iniziativa contestata in una nota da Turel, che ha ribadito l’auspicio che in futuro, proprio in occasione del 2025, “la cultura riesca a farci superare questioni ideologiche vecchie di 80 anni: sono sempre pronto a fare passi in avanti”. Ziberna ha però ribadito la volontà del comune di essere presente a tutte le commorazioni di caduti, senza impostazioni ideologiche. “Non è una cosa contro e nessuno vuole dimenticare: io non mi permetterei mai di dire ad altri di non ricevere i partigiani in comune, e se dei partigiani dovessero presentarsi per un omaggio ai caduti li riceverei”. Entrambi i primi cittadini non hanno poi escluso, ma senza dire come e quando, un omaggio comune ai luoghi della memoria, un po’ come fecero i presidenti Pahor e Mattarella nel 2020.
Gran parte del confronto ha però riguardato l’avvicinamento a GO2025, una marcia che ha avuto qualche problema, ma che soprattutto sembra procedere in sordina e senza troppi entusiasmi da parte dei cittadini di entrambe le città. “Dobbiamo impegnarci su questo – ha detto Turel - e presentare il contenuto dei programmi, coinvolgere la minoranza slovena, intensificare la campagna informativa”, anche se, ha aggiunto Ziberna, “non si possono spendere milioni in marketing troppo in anticipo. È vero che al momento non c’è entusiasmo perché i cittadini pensano soprattutto ai disagi, ma apprezzeranno le attività, gli eventi, che si terranno indifferentemente in Italia e Slovenia, e soprattutto quanto la città della cultura saprà costruire in termini di convivenza e sviluppo del territorio”. “Il risultato - ha detto - stata la candidatura, e non finirà tutto nel 2025: abbiamo solo iniziato a costruire una casa comune, e ci stiamo riuscendo”.
Riguardo i problemi registrati in questi mesi, entrambi hanno sottolineato come si tratti di parte del processo di avvicinamento: lo stesso fatto di essere in due a organizzare l’evento complica ulteriormente le cose, ma Nova Gorica e Gorizia, hanno aggiunto, saranno un esempio per il futuro.
Il successo dell’evento passa però anche attraverso la valorizzazione della componente slovena, ha ricordato la stessa presidente dell’Skgz Ksenija Dobrila, e sarà necessario favorire la conoscenza reciproca della lingua. A riguardo Turel ha ricordato che l’italiano è già una materia facoltativa disponibile in tutte le scuole a Nova Gorica e che si fanno iniziative per implementare l’uso delle due lingue, mentre Ziberna ha sottolineato come, partendo dal principio che "nessuno può imporre d’imparare una lingua", ci siano già dei corsi di sloveno organizzati nell’ambito del programma della Città della Cultura e ci sia la volontà di ampliare l’offerta per favorire la comprensione reciproca. “La componente slovena - ha aggiunto - è una parte essenziale della città”.
Riguardo l’avvio dl programma di Nova Gorica - Gorizia 2025, i sindaci non hanno anticipato i particolari della cerimonia d’inaugurazione, limitandosi dire che coinvolgerà più luoghi delle due città. Nell’anno, ha aggiunto Turel, sono attesi un milione e mezzo di visitatori, una presenza che metterà sotto stress strutture e cittadini, ma che, ha aggiunto Ziberna, darà risultati soprattutto a partire dal 2026. Oltre a formare una nuova generazione di giovani che lavoreranno nell’organizzazione, GO 2025 lascerà alle due città nuove infrastrutture e progetti, come un’università transfrontaliera, di cui si sta parlando e che vede il favore delle due amministrazioni, spazi per gli studenti, fino al progetto di nuove strutture per il cinema sulla linea del confine, perché, ha concluso Ziberna “con la cultura si mangia eccome”.
Alessandro Martegani