Il Palazzo di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste ha ospitato la Cerimonia per i 65 anni di fondazione dell'Unione degli Istriani. Una lunga ed a tratti travagliata storia, contrassegnata da molti dolori, che non ha però mai visto cessare l'impegno e l'orgoglio degli iscritti, che hanno cercato di far conoscere le proprie vicende.
Un'associazione che da sempre è stata vicina agli esuli: l'Unione degli Istriani, nel corso degli anni, ha lottato per far conoscere la tragedia dell'esodo e delle foibe, fatti di cui non si parlava mai, specialmente negli anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
In prima fila con manifestazioni e proteste anche contro la firma del Trattato di Osimo, tanto che alcuni degli iscritti pagarono le loro posizioni, con boicottaggi lavorativi, come ha raccontato, durante la cerimonia, l'attuale presidente, Massimiliano Lacota.
Fatiche in parte ripagate dall'istituzione del Giorno del Ricordo; ora il prossimo passo è quello di far modificare la legge che disciplina le onorificenze, in modo da consentire la revoca di quella al merito della Repubblica italiana, conferita a Tito.
Intanto sono state premiate personalità del mondo culturale e della politica che nel corso degli anni hanno collaborato con l'Unione degli Istriani, in particolare al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, è stato conferito il Vessillo della Libera Provincia dell’Istria, massimo riconoscimento dell'Associazione. Tra i premiati anche l'Assessore alle Autonomie Locali, Pierpaolo Roberti. Queste le sue parole dopo aver ricevuto la gratifica: “il vero ringraziamento va fatto alle associazioni di esuli, in particolare l'Unione degli Istriani, che sono state in grado di tramandare quel ricordo che altrimenti, molto probabilmente, sarebbe stato dimenticato. Questo perché, per fortuna, il secolo di conflitti violenti delle guerre si è chiuso; si è chiuso anche il periodo dei confini, che non ci sono più. Purtroppo quello che non si è chiuso è il periodo dei conflitti ideologici e c'è ancora e c'è stata negli anni, una parte importante del Paese che ha cercato di nascondere una storia italiana, quella che riguardava il confine orientale. Grazie a queste associazioni il ricordo è stato tramandato e grazie a queste associazioni anche chi è della mia generazione, quindi non ha vissuto direttamente quelle fasi storiche, della guerra, del dopoguerra, del trattato di Osimo, od ancora il periodo di Tito, fino all'inizio dei primi anni Ottanta, ha potuto mantenere ed avere un ricordo e quindi continuare ad aiutare a tramandare la memoria. Questa è la cosa più importante che dobbiamo fare, ovviamente non possiamo che farlo avvalendoci dell'esperienza e della professionalità di queste associazioni e, ripeto, in particolare dell' Unione degli Istriani”.
Davide Fifaco