Foto: Martegani
Foto: Martegani

La disparità di vedute e le distanze sul merito del piano di riqualificazione del Porto Vecchio rimangono, ma i toni sono rientrati nei canoni del confronto civile nell’aula del Consiglio Comunale di Trieste, impegnata nell’esame della delibera che darebbe il via alla procedura di assegnazione di un progetto da almeno 600 milioni di euro e che interesserà ben 65 ettari dell’antico scalo.
Dopo una lunga trattativa, maggioranza e opposizione sembra aver trovato un accordo su come procedere: gli emendamenti che erano stati dichiarati inammissibili in un primo tempo (forzando il regolamnto dell'aula secondo il centro sinistra), ben 129 su 192 presentati, saranno rielaborati e riscritti per essere considerati ammissibili e discussi nonostante siano scaduti i termini.
Con questa soluzione la maggioranza di centro destra e soprattutto la presidenza evitano di ritornare sui proprio passi e cambiare idea sull’esclusione degli atti, e il centro destra sottolinea soprattutto la “buona volontà” nel confronto con il centro sinistra.
Dall’altra parte l’opposizione dovrebbe riuscire a portare in aula gran parte degli emendamenti sui temi che le stanno a cuore, e ottiene anche una piccola vittoria politica, riuscendo a dettare i tempi del confronto, che non è finito, come previsto all’inizio della maratona consiliare, nella giornata di mercoledì, ma proseguirà lunedì. In quella giornata dovrebbe giungere il voto finale, e sull’approvazione del piano, che l’opposizione considera assolutamente negativo e illegittimo, non ci sono molti dubbi.
Una volta concordata la strada da seguire, il confronto è ripreso sugli emendamenti ammessi, con un clima decisamente diverso: la discussione è proseguita senza strappi.
La Giunta ha anche fatto proprio un emendamento presentato da Giovanni Barbo del PD, che chiedeva che l’impresa che realizzerà il progetto si doti di un advisor internazionale per attirare delle imprese del terzo settore avanzato, in modo da favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali nell’area, un altro emendamento di Alessandra Richetti del Movimento 5 Stelle, che punta allo sviluppo di attività di ricerca nell'area dello scalo; una prpposta di Štefan Čok del Pd è stato trasformato in ordine del giorno su proposta della Giunta, mentre un altro emendamento proposto da Paolo Altin di Punto Franco che chiedeva di favorire la presenza di eccelenze del mondo scientifico è stato fatto proprio dalla Giunta. Altri emendamenti sono stati ritirati dal centro sinistra."Questa è la dimostrazione - ha detto Francesco Russo del Pd - che non c'era alcuna intenzioe di fare ostruzionismo fine a sé stesso, ma solo di poter discutere sul progetto".
Le posizioni in aula però rimangono le stesse: il centro destra considera il progetto una svolta per la città, e ricorda la necessità di lasciare libertà agli imprenditori che investiranno nell’area, mentre il centro sinistra punta a ottenere maggiori garanzie che la nuova area possa essere utile e fruibile per la città, senza diventare una “nuova Montecarlo”, e ha riproposto più volte la necessità di un processo che consenta alla città di partecipare alla decisione. “Voi – ha detto Russo – state rinunciando a chiedere garanzie a chi interverrà nel Porto Vecchio”. “Il percorso che noi facciamo – ha detto però Alberto Polacco di Forza Italia – è nell’esclusivo interesse pubblico: tutti vogliamo che Porto Vecchio rimanga patrimonio della città”.

Alessandro Martegani