Anche il Sincrotrone di Trieste si arrende al caro bollette e nel primo semestre del 2023 dimezzerà le attività. Lo ha annunciato lo stesso presidente di Elettra Sincrotrone, Alfonso Franciosi, che ha precisato che il fermo dell'acceleratore di particelle circolare e ciclico, sarà sfruttato per rinnovare l'impianto ed ha aggiunto che la riduzione dell'attività si protrarrà "se il costo dell'energia dovesse restare invariato e se la Commissione europea non varerà un piano serio".
Come noto, l'impianto di Padriciano è un centro di ricerca multidisciplinare di eccellenza aperto alla comunità scientifica mondiale, specializzato nella generazione di luce di sincrotrone e di laser ad elettroni liberi di alta qualità, impiegato ad esempio nelle celle a combustibile, nei catalizzatori per sostanze chimiche ed inoltre in varie applicazioni nelle scienze dei materiali e della vita. Per la sua stessa natura, come facilmente intuibile, il macchinario è particolarmente energivoro e ad utilizzarlo sono ricercatori ed industriali provenienti da una cinquantina di Paesi.
"Riceviamo 1.200 proposte per fare esperimenti e ne accettiamo mediamente 500; ora ne potremo accettare 250 - spiega ancora Franciosi - Se un ricercatore universitario o un industriale prima aveva una probabilità su due o una su tre di fare esperimenti, ora ne avrà una su quattro o una su sei. Meno ricerca, meno risultati, meno pubblicazioni e, dunque, anche meno risposte da dare". Paradossalmente allo stato attuale costa meno migliorare l'infrastruttura del macchinario che continuare con la normale attività. Al completamento dei lavori di rinnovamento, che si concluderanno nel 2029, il sincrotrone avrà una luce con un fascio di elettroni di qualità alta che sarà "1000 volte più brillante di quella attuale".
Verranno inseriti magneti di piccole dimensioni, tali da migliorare la "prestazione" degli elettroni all’interno dell’anello. Verranno inoltre aggiornate le linee di luce connesse all’anello, con le rispettive stazioni.
Davide Fifaco