Ormai da anni il Comitato di Pace, "Danilo Dolci", ricorda la tragica vicenda dei 4 giovani africani deceduti in Val Rosandra nel 1973 e sepolti nel cimitero di San Antonio in Bosco e quest'anno si commemora anche la morte del giovane padre di famiglia algerino, scivolato e deceduto lo scorso Capodanno nei pressi di San Servolo. "Una manifestazione che vuole anche sensibilizzare contro il clima di razzismo che si sta affermando negli ultimi tempi contro i migranti" - sottolinea il Comitato di Pace - "che si spostano dai loro paesi non solo per la speranza di un miglioramento economico, ma soprattutto a causa delle guerre e dei cambiamenti climatici".
La vicenda dei quattro giovani africani fu, all'epoca, un esempio di solidarietà da parte della cittadinanza triestina, come ci ha spiegato, appunto, uno dei rappresentanti del Comitato per la Pace "Dolci", Alessandro Capuzzo: “È già da qualche anno che abbiamo iniziato a ricordare questo fatto, avvenuto oltre 40 anni fa, nel 1973 quando quattro migranti africani giovanissimi, hanno incontrato una giornata, proprio il 13 di ottobre, di freddo intensissimo, scendendo dalla Val Rosandra per il percorso della vecchia ferrovia, ora ciclabile, e sono morti di freddo, assiderati, alle porte del villaggio di Sant'Antonio in Bosco. Questo l'abbiamo fatto per un motivo molto stringente: all'epoca la popolazione del posto è stata veramente eccezionale. Hanno accolto questi poveri ragazzi, li hanno sepolti con una cerimonia toccante nel cimitero del paese, invitando i familiari dall'Africa, per capire, insieme, che cosa fosse successo. Da questa figura simbolica, che abbiamo trovato negli archivi giornalistici, abbiamo pensato di attualizzare un po' il discorso e di cercare, con questo, di instillare un po' di umanità nella mentalità delle persone, che purtroppo è mediaticamente influenzata da discorsi veramente al limite del becero, in questo periodo. Inoltre, il fatto che quest'anno a capodanno, proprio il primo giorno dell'anno, mentre stavamo per partire con la annuale marcia della pace che facciamo a Trieste, sulle parole del papa, ricevemmo proprio questa notizia incredibile, di un giovane algerino, padre di famiglia peraltro, che era lì con la moglie ed un amico, che è precipitato dalla rocca di San Servolo a Socerb, proprio a due metri dal confine, prima di riuscire ad arrivare in Italia, è stata una cosa veramente terribile, che ci ha emozionato. Abbiamo quindi pensato di fare un’iniziativa quest'anno, cercando di unire questi due episodi del passato e del presente, e di provare a stimolare sul discorso anche un approccio transfrontaliero. Su questo abbiamo trovato anche la condivisione da parte del comune di San Dorligo della Valle - Dolina, con la presenza del sindaco Klun alla commemorazione".
40 anni fa ci fu quella solidarietà verso i migranti che sembra mancare oggi.
"Ma certamente. Non più tardi di pochi giorni fa, finalmente dopo quasi un anno, il governo ha emendato, non completamente abolito purtroppo, i famosi decreti sicurezza del governo precedente a guida leghista. Finalmente stanno tornando in essere i cosiddetti sprar, cioè la possibilità di assistenza ai migranti e rifugiati attraverso la distribuzione capillare sul territorio dei comuni, invece che la creazione di campi di concentramento, perché così si possono definire, dove vengono praticamente reclusi in massa. Tutto questo è forse solo un inizio di cambiamento, speriamo bene, ma la politica e soprattutto la cultura, anzi la sottocultura che è stata portata avanti in questi ultimi anni è stata veramente devastante. Non c'è che da augurarsi che ci sia un cambio di rotta".
Davide Fifaco